#Regrexit, vola la petizione anti-Brexit

Demonstrators opposing Britain's exit from the European Union in Parliament Square following yesterday's EU referendum result hold a protest in London, Saturday, June 25, 2016. (ANSA/AP Photo/Tim Ireland) [
Demonstrators opposing Britain's exit from the European Union in Parliament Square following yesterday's EU referendum result hold a protest in London, Saturday, June 25, 2016. (ANSA/AP Photo/Tim Ireland) [
Demonstrators opposing Britain’s exit from the European Union in Parliament Square following yesterday’s EU referendum result hold a protest in London, Saturday, June 25, 2016. (ANSA/AP Photo/Tim Ireland) [

LONDRA. – Le firme sulla petizione per chiedere un nuovo referendum sulla Brexit hanno raggiunto quota 2 milioni e continuano ad aumentare di ora in ora. Lo si legge sul sito del governo britannico dove sono pubblicate tutte le petizioni.

Sul sito petition.parliament.uk le firme aumentano di minuto in minuto. Per dare la propria adesione alla proposta basta cliccare su ‘sign the petition’ e compilare tutti i campi. Naturalmente possono firmare solo i cittadini britannici e i residenti nel Regno Unito. Secondo la mappa pubblicata sul sito, la più alta concentrazione si trova nelle principali città della Gran Bretagna, Londra in testa.

Contemporaneamente la strana coppia Nicola Sturgeon-Sadiq Khanguida la carica sul fronte istituzionale e manda a Bruxelles il messaggio che Londra e Edimburgo non si considerano ‘out’. Forte dell’oltre 60% dei voti scozzesi pro-Ue, la first minister scozzese non ha voluto perdere neanche un minuto e ha subito convocato una riunione straordinaria del suo governo.

Fuori dalla residenza ufficiale parlando con i tanti giornalisti presenti non si è limitata a ribadire che “l’opzione di un secondo referendum sull’indipendenza è già sul tavolo”, come aveva annunciato subito dopo i risultati sulla Brexit.

La volitiva leader della Scozia si è spinta oltre precisando che la lunga procedura per poter convocare un nuovo referendum è stata avviata. Qualche giornale ha parlato di settembre come possibile data per un’altra consultazione sull’indipendenza, ma nessuna fonte interna al governo ha confermato. Sul fronte europeo Sturgeon si è dimostrata, se possibile, ancora più determinata.

Un filone si fa strada online, nel Day After del referendum sulla Brexit: corre attraverso Twitter e si chiama #Regrexit, da ‘regret’, ovvero ‘rammarico, rimorso, pentimento, rimpianto’. Si tratta di un hashtag lanciato questa mattina, quasi contemporaneamente a una petizione lanciata da un gruppo di parlamentari britannici per indire un nuovo referendum, che sul sito ufficiale petition.parliament.uk nel tardo pomeriggio aveva ottenuto due milioni di firme.

E allora c’è ad esempio chi twitta “#Brexit #Regrexit? credo che abbiate ancora una possibilità e continua a crescere…” e di seguito aggiunge le indicazioni per chiedere il secondo referendum. L’hashtag viene segnalato anche dalla Cnn, con diversi tweet di persone che sembrano pentite di aver votato a favore dell’uscita.

Come una certa Khembe che scrive: “ho votato leave credendo alle menzogne e ora me ne rammarico più di ogni altra cosa, mi sento davvero rapinata del mio voto”. Ma molti messaggi, o meglio tweet lanciati con l’hashtag #Regrexit sono però perlopiù di persone che erano a favore del ‘Remain’, e quindi esprimono soprattutto frustrazione, piuttosto che pentimento.

Come un certo Rafael Love secondo cui “#Regrexit è un fatto, e milioni di britannici ora cercano la pillola-del-giorno-dopo”. O come Pauline Mayers, secondo cui “Mentre i sostenitori del Brexit cominciano a realizzare le implicazioni del loro voto, dichiaro oggi, il 25 giugno il giorno del #Regrexit”.

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