Renzi: Pugno di ferro su Isis. Sul blitz polemiche inutili

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ROMA. – E’ un appello a ritrovare l’unione e la compattezza di “una grande famiglia colpita dal dolore” quello che Matteo Renzi rilancia all’indomani della strage di Dacca, il più grave attentato ai danni di nostri connazionali dopo quella di Nassiriya che costò la vita a 28 persone.

Ma la preoccupazione del premier è anche quella di mostrare alla violenza jihadista e al mondo intero, un Paese incapace di serrare le fila compatto contro il ‘nemico’. “Ci sono divisioni politiche” ma anche, ricorda il premier “i valori grandi, forti, della grande famiglia italiana”.

Per questo Renzi ringrazia il Presidente della Repubblica che ha “scelto di interrompere il suo viaggio per stare vicino alle famiglie”. E lo stesso Sergio Mattarella dosa le sue parole di cordoglio: “tutti gli italiani sono con animo triste per i connazionali vittime di una violenza terrorista che semina morte in tutti i continenti”.

Nessuno spazio, dunque, per sterili polemiche: “Tutta la fase della discussione politica deve essere all’insegna dell’interesse nazionale e della Patria” avverte il Presidente del Consiglio a cui già arriva l’eco delle critiche per non aver preteso dalle autorità bangalesi una maggiore cooperazione nella gestione della crisi.

“Se questo è confermato non dobbiamo dare nessuna copertura diplomatica ad un comportamento di questo tipo” protesta, ad esempio, il presidente della Commissione Esteri della Camera, Fabrizio Cicchitto, che giudica “inaccettabile il comportamento del governo del Bangladesh”.

In quest’ottica anche una comunicazione del premier alle Camere potrebbe essere occasione per rintuzzare le critiche. In settimana, quindi, incontrerà “i capigruppo di tutte le forze parlamentari e se ci sarà da discutere discuteremo ma – ripete – oggi è il tempo del dolore”. Anche perché “lo abbiamo visto: era un commando pronto a tutto. Abbiamo seguito in diretta ogni momento” afferma il premier che taglia corto anche sugli scambi di accuse in merito ai presunti ritardi del blitz: “Io credo che tutto sia necessario tranne ricostruzioni che poi spesso sono false. Loro sono entrati lì per uccidere”.

E di fronte al terrore la strategia non cambia: è quella di “distruggerli senza pietà” pensando però anche “all’aspetto importante dell’educazione” per “evitare che la prossima generazione sia come questa”. “L’Isis sta perdendo sul terreno a livello militare, in Siria, in Iraq, in Libia. Lo spazio di territorio occupato dal cosiddetto Stato islamico è ridotto. Ma serve il pugno di ferro con chi pensa di portare da noi quei valori, una strategia basata su odio e terrore”.

Parole che non bastano all’opposizione: nella Lega, Matteo Salvini attacca addirittura il Papa, ‘colpevole’ di auspicare solo una conversione del “cuore dei violenti accecati dall’odio” e ‘promuovendo’ a suo interlocutore il pontefice emerito, Benedetto XVI che sull’Islam, sentenzia, “mi pare avesse le idee molto più chiare”.

Sempre dal Carroccio Roberto Calderoli torna a chiedere un intervento militare guidato da organismi internazionali come Onu o Nato. E mentre Giorgia Meloni si appella al governo per chiedere un giorno di lutto nazionale quando rientreranno in Italia le vittime dell’attacco, anche l’ex Presidente Giorgio Napolitano esprime “la sua convinta adesione all’appello per la massima unità del Paese nell’impegno di lotta contro il nemico comune”.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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