Unicef: ai migranti non solo cibo, serve anche istruzione

Unicef, non solo cibo, serve istruzione
Unicef, non solo cibo, serve istruzione
Unicef, non solo cibo, serve istruzione

ROMA. – Ha appena 16 anni ed è scappata dal suo Paese, la Nigeria, in cerca di un futuro migliore. Prima di arrivare in Italia, ammassata e impaurita a bordo di un barcone, ha subito “brutalità” ed è “stata tenuta per giorni in una prigione sotterranea”.

Le sue lacrime, mentre chiede allo Stato che la sta ospitando “di aiutarla a costruire un’opportunità per il futuro e un’educazione” sono l’immagine che più ha colpito il vice direttore generale dell’Unicef internazionale Justin Forsyth, in visita in Sicilia e a Lampedusa: “A questi bambini non serve solo un letto e un pezzo di pane, ma un futuro e un’educazione”.

Forsyth, assieme a un team di Unicef Italia, a breve arriverà a Lampedusa. Intanto ha visitato a Palermo e Trabia un centro per la protezione delle ragazze che hanno subito violenza e un centro in cui sono accolti minori stranieri non accompagnati.

Obiettivo, fare il punto della situazione migranti in Italia, anche alla luce del recente accordo tra Unicef e Governo per il monitoraggio delle condizioni di accoglienza e di vita dei minori migranti e rifugiati e per il monitoraggio delle attività a sostegno della prima integrazione e dell’inclusione sociale.

“Abbiamo incontrato minori fuggiti dai paesi travagliati come Nigeria ed Eritrea – dice Forsyth, raggiunto telefonicamente dall’Ansa prima del trasferimento a Lampedusa – questi bambini hanno attraversato il deserto, hanno vissuto esperienze orribili, sono stati violentati, sono stati trattati come schiavi. Le loro vite sono state in pericolo e ora chiedono il nostro impegno per cercare di sopravvivere. Ma non hanno bisogno solo di un pezzo di pane o di un letto, hanno bisogno di ricostruire il loro futuro attraverso l’educazione e l’integrazione”.

Il numero due mondiale dell’Unicef ha incontrato ragazzi tra gli 11 e 17 anni. Con insistenza – afferma – “ci hanno chiesto di non restare parcheggiati, ma di poter accedere a un’educazione”.

E qual è, a suo avviso, l’impegno del Governo italiano a riguardo?

“Le istituzioni, le municipalità e la gente che abbiamo incontrato oggi hanno mostrato molto impegno nell’assistenza a questi bambini. L’Unicef ha grande rispetto per il governo italiano e per le persone impegnate nel sistema dell’accoglienza. Ma servono più centri per i bambini e più educazione”.

Servizi che l’Italia, sottolinea, non può garantire da sola, serve un intervento di più paesi uniti dal senso di appartenenza all’Ue. La delegazione Unicef – di cui fanno parte anche il direttore generale di Unicef Italia Paolo Rozera e il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini – a Lampedusa, visiterà l’hotspot. Prevista, infine, anche un’escursione in mare con la Guardia Costiera.

(di Alice Fumis/ANSA)