Papa, aiutare senza fare distinzioni di nazione o fede

(ANSA) – CITTA’ DEL VATICANO, 10 LUG – “Non devo catalogare gli altri per decidere chi è mio prossimo e chi non lo è. Dipende da me ‘essere o non essere prossimo’ della persona che incontro e che ha bisogno di aiuto, anche se estranea o magari ostile”. E’ il messaggio che papa Francesco desume dalla parabola del “buon samaritano”, da lui commentata oggi all’Angelus. “Anche noi possiamo porci questa domanda: chi è il mio prossimo? Chi devo amare come me stesso? I miei parenti? I miei amici? I miei connazionali? Quelli della mia stessa religione?…”, ha osservato. “Fatti prossimo del fratello e della sorella che vedi in difficoltà”, è stato quindi l’insegnamento tratto dalla parabola. “Fare opere buone, non solo dire parole che vanno al vento: mi viene in mente quella canzone ‘parole, parole, parole’… – ha detto – No fare, fare e mediante le opere buone, che compiamo con amore e con gioia verso il prossimo – ha proseguito -, la nostra fede germoglia e porta frutto”.