Tour: la prima volta di Matthews, Sagan beffato allo sprint

Australian rider Michael Matthews (L) of the Orica BikeExchange team celebrates after winning the 10th stage of the 103rd edition of the Tour de France cycling race over 197km between Escaldes-Engordany and Revel, France, 12 July 2016. EPA/KIM LUDBROOK
Australian rider Michael Matthews (L) of the Orica BikeExchange team celebrates after winning the 10th stage of the 103rd edition of the Tour de France cycling race over 197km between Escaldes-Engordany and Revel, France, 12 July 2016.  EPA/KIM LUDBROOK
Australian rider Michael Matthews (L) of the Orica BikeExchange team celebrates after winning the 10th stage of the 103rd edition of the Tour de France cycling race over 197km between Escaldes-Engordany and Revel, France, 12 July 2016. EPA/KIM LUDBROOK

CARACAS. — Dopo i Pirenei e una giornata di riposo il Tour de France è ripartito con il primo successo dell’australiano Michael Matthews che vince la decima tappa, da Escaldes-Engordany a Revel di 197 km. Beffato in volata il campione del mondo Peter Sagan, protagonista assoluto della frazione.

Lo slovacco è stato l’ispiratore di tutte le fughe di giornata e ci teneva tantissimo a bissare il successo della seconda tappa, ma Matthews è stato più veloce nonostante un disperato tentativo di rimonta negli ultimi metri. Comprensibile la sua delusione all’arrivo, parzialmente compensata dalla riconquista della maglia verde di leader della classifica a punti ai danni del britannico Mark Cavendish.

Matthews – che al Giro vanta otto giorni in maglia rosa (sei nel 2014 e due nel 2015) – ha sfruttato al meglio il lavoro di squadra della Orica BikeExchange: prima Luke Durbridge e poi nel finale di Daryl Impey. Al terzo posto si è piazzato il norvegese Edval Boasson Hagen.

Alle loro spalle, primo degli italiani, Damiano Caruso si è piazzato ottavo, con un ritardo di circa 3 minuti, che guadagna cinque posizioni in classifica. Ora è 20/o a 5’35” dalla maglia gialla Chris Froome, giunto con il grosso del gruppo con un pesante ritardo (9’39”).

Sagan è partito all’attacco già dopo poco il via, ma ha indovinato la fuga giusta soltanto nella discesa dal Port d’Envalira dopo numerosi attacchi in salita e il passaggio di Alberto Rui Costa primo gpm. Nel gruppo di Sagan – in tutto quindici corridori – anche Caruso e Nibali. Attivissimo il campione del mondo che ha stroncato prima gli attacchi di Gallopin, Nibali e Cummings prima dela Cote finale.

Poi, una volta che Nibali, Caruso si sono staccati, ha continuato quasi sempre in testa al suo gruppetto di fuggitivi andando a chiudere qualsiasi tentativo di allungo degli avversari. Un lavoro ai fianchi quello degli uomini della Orica, che ha pagato nello sprint finale, dove il primo a scattare è stato l’ex maglia gialla Greg Van Avermaet e Boasson Hagen.

Il gruppo dei migliori si è concesso invece una giornata di relax e ai -25 km dal traguardo, dopo aver dimezzato lo svantaggio da -6 a -3 minuti, si è rialzato lasciando andare la fuga, dove non c’erano uomini di classifica pericolosi per Froome. Domani altra tappa per velocisti, da Carcassone a Montpellier di 162,5 km. Prima dell’attesissima tappa del Mont Ventoux, nel giorno della festa nazionale francese, sulle strade che furono di Marco Pantani, ma anche di Froome. E dove forse si deciderà il vincitore di questa edizione della Grande Boucle.

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