Consegnata al governo Renzi la petizione dei pensionati italovenezuelani

Da sinistra: il sen. Micheloni, il viceministro Morandi e il deputato Porta.
Da sinistra: il sen. Micheloni, il viceministro Morandi e il deputato Porta.
Da sinistra: il sen. Micheloni, il viceministro Morandi e il deputato Porta.

ROMA – L’ultimo tassello in ordine cronologico, un importante passo avanti per ottenere il ripristino delle prestazioni contributive – leggasi integrazione al trattamento minimo e maggioranza sociale – da ormai troppo tempo bloccate e per restituire dignità ai pensionati italo-venezuelani che oggi ricevono dall’Inps scarsi 200, 300 euro semestrali.

I nostri parlamentari eletti all’estero, il deputato Fabio Porta e il Senatore Claudio Micheloni, presidenti dei rispettivi Comitati per gli Italiani nel mondo (il primo per la Camera e il secondo per il Senato) hanno consegnato a Luciano Pizzetti, Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e a Enrico Morando, vice-Ministro dell’Economia e delle Finanze, la petizione sottoscritta dalle migliaia di pensionati italo-venezuelani.

Si tratta, in sintesi, di ben 2.485 lettere firmate raccolte dal Cepa, l’organismo che raccoglie tutti i patronati che operano in Venezuela, e a suo tempo spedite all’On. Fabio Porta, deputato eletto nella circoscrizione dell’America Meridionale che, assieme al Senatore Claudio Micheloni, eletto nella Circoscrizione Europa, ha sempre spezzato lance a favore dei nostri pensionati.

– L’iniziativa – hanno osservato i nostri eletti – corona una pressante e lunga azione politica e parlamentare che ha già portato ad una presa di posizione dell’INPS e del Ministero del Lavoro in merito alla possibilità di adottare un sistema di cambio che consenta agli interessati di salvaguardare il valore reale delle pensioni italiane. Questa petizione – hanno aggiunto – è il frutto di una vasta mobilitazione che ha coinvolto in primis i Patronati alle prese con una gravissima emergenza di natura sociale ed economica, che i Comitati per gli italiani nel mondo hanno prontamente raccolto e proiettato nelle varie istanze di governo e parlamentari.

Da sinistra: il deputato Porta, il sottosegretario Pizzetti ed il senatore Micheloni.
Da sinistra: il deputato Porta, il sottosegretario Pizzetti ed il senatore Micheloni.

Dopo la notizia della consegna delle firme ai rappresentanti del governo Renzi, Giovanni di Vaira, responsabile del Patronato Inca, ha espresso al deputato Porta, in nome di tutti i patronati, la speranza che finalmente si ponga fine ad un’ingiustizia che colpisce la fascia di connazionali meno abbienti: quella dei pensionati.

– Non è solo una questione di miglioramento delle pensioni – ha precisato Di Vaira -, servirebbe anche per dare un alito di sollievo agli italo-venezuelani, un segnale che l’Italia è presente. Contribuirebbe a recuperare un po’ di fiducia e a sentire che il nostro Paese ti è vicino.

Nelle lettere, oltre a spiegare la situazione in cui versano i pensionati in Venezuela, si chiede espressamente al ministro di autorizzare l’Inps ad utilizzare il cambio Dicom (ex-Simadi) per calcolare l’importo della pensione venezuelana in euro (attualmente al tasso di cambio di Bsf 10 x dollaro e prima a 6,30 Bsf x dollaro) che determina la quota di pensione di competenza dell’Inps.

Se il Governo italiano decidesse finalmente di intervenire, facendo adottare il cambio Dicom-Simadi, il valore corrispondente della pensione venezuelana in euro sarebbe tale da permettere a molti pensionati di recuperare le somme di prestazioni assistenziali che oggi sono negate e ridarebbe agli anziani una pensione piú dignitosa.

Per lo Stato italiano la somma de erogare in più sarebbe quasi irrisoria, considerando anche il fatto che il numero di queste pensioni si aggira intorno alle 4.000 e destinate a diminuire nel tempo.

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