Giusto

La copertina di un libro su Mafalda in cui dice "Non è giusto"
Mafalda contro legge aborto? Quino smentisce

mafalda

Giusto: aggettivo (o avverbio).

Contesti d’uso: “Non è giusto”; “Un uomo giusto”; ”Il giusto peso, o il prezzo giusto”; “Sei arrivato giusto in tempo ”; “Dico giusto?”; ecc. … .

Sono queste alcune delle accezioni della parola italiana: giusto.

Altre parole formate dalla stessa radice sono: giustizia e giudice.

Alla base della comune radice delle tre parole c’è l’antica voce latina ius, alla quale facciamo corrispondere il significato che oggi attribuiamo alla parola “diritto”.

[ Voglio segnalare, per inciso, che ancora oggi il termine ius viene usato come voce dotta; o meglio, è termine tecnico del linguaggio specialistico dell’area del diritto. Tuttavia fino ad una cinquantina d’anni fa esso era in uso anche da parte del popolo, nella provincia napoletana, per indicare l’esercizio di un diritto riconosciuto. E pertanto andrebbe indicata come voce dialettale.]

Quindi da ius derivano iustus [ius + il suffisso aggettivale -tus; “ciò che riguarda il ius”] e iudex [ius + il suffisso -dix, derivato dal verbo dico; “colui che fissa o sancisce il ius”]. Da iustus, poi, viene iustitia: “l’area di azione del ius, o la conseguenza del ius”.

Qualche giorno fa, nel commentare le parole fastus e festus (vedi articolo Feria e festa), siamo risaliti ad un’altra parola monosillabica, antichissima nella lingua latina: “fas” (= lecito), spiegandola come principio e fondamento del diritto divino.

Ora, in analogia alle considerazioni fatte, potremmo dire che il ius, parallelamente a fas, potrebbe corrispondere al principio del diritto umano; un principio fissato in una formula valida nelle relazioni sociali, e definito nella sua azione coercitiva; mentre il fas, in quanto fondato nella religione (o nella coscienza personale), resta tutto interiore e, pertanto, generico rispetto alla sua definizione di contenuto.

A conferma che il ius sia «il diritto espresso nella sua formulazione resa pubblica», sta la parola giuramento (anch’essa nella sua forma latina derivata da ius), che gli antichi Romani chiamavano ius iurandum (come a dire: “la formula che bisogna pronunciare”; e cioè: il limite della definizione dell’oggetto-ius). (Benveniste)
E con questo abbiamo fatto vedere come anche giurare (latino: iurare; da cui il gerundivo iurandum) si forma a partire dalla stessa radice latina di ius.

Concludo con una breve postilla, per spiegare perché oggi molti termini del lessico giuridico utilizzano anche parole che hanno alla base il termine “diritto”. L’aggettivo diritto, letteralmente, significa “che segue la linea retta”, e deriva dal verbo latino: dirigo/directum/dirigere (de + il verbo rego/rectum/regere), che significa (dirigere, far andare diritto, guidare, governare, ecc.) da cui derivano tante altre parole anche nella lingua italiana.

Luigi Casale

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