Fmi: Brexit spaventa, Pil italiano crescerà meno

Fmi: Brexit spaventa, Pil italiano crescerà meno
Fmi: Brexit spaventa, Pil italiano crescerà meno
Fmi: Brexit spaventa, Pil italiano crescerà meno

di Serena Di Ronza

NEW YORK – La Brexit frena la crescita. Il Fmi rivede al ribasso il Pil mondiale per il 2016 e il 2017, incluso quello dell’Italia, e avverte: i danni dell’addio della Gran Bretagna all’Ue potrebbero essere ancora peggiori se gli investitori e le aziende perderanno la fiducia.

Assumendo che la Gran Bretagna e l’Ue si accordino per evitare “importanti barriere economiche”, la crescita mondiale nel 2016 sarà del 3,1%, 0,1 punti percentuali in meno rispetto alle stime di aprile, e nel 2017 del 3,4%, sotto il 3,5% previsto in precedenza. Ma se le trattative sulla Brexit si rivelassero più difficili con la Gran Bretagna in recessione, il Fmi prevede una frenata più brusca della crescita, con il Pil in aumento solo del 2,8% quest’anno e il prossimo.

I timori per la Brexit fanno affondare l’indice di fiducia degli investitori tedeschi, sceso ai minimi dal 2012. Una flessione che pesa sulle Borse europee, che chiudono in calo con Milano che perde lo 0,53% dopo essere stata a lungo in territorio ancora più negativo e la maglia nera del Vecchio Continente. Dalla frenata globale non si salvano alcune delle maggiori economie europee, inclusa l’Italia.

Il Pil italiano crescerà quest’anno dello 0,9% e dell’1% il prossimo, in lieve rallentamento rispetto alle stime precedenti di +1% e +1,1%. La crescita inglese è stata drasticamente ridimensionata all’1,7% nel 2016 e all’1,3% nel 2017, ai minimi dalla crisi del debito del 2012. La ripresa dell’area euro procede, con il Fmi che ritocca al rialzo la stima di quest’anno a +1,6% ma taglia di 0,2 punti percentuali quella del 2017 a 1,4%%.

Il Fondo invita l’Europa ad agire “rapidamente” e “in modo deciso” per risolvere le difficoltà delle banche, accentuate dalla Brexit.

“La Brexit è arrivata fra i problemi irrisolti del sistema bancario europeo, soprattutto fra le banche italiane e portoghesi”, afferma il Fmi, sottolineando che “protratte turbolenze finanziarie e l’aumento dell’avversione per il rischio potrebbero avere severe ripercussioni macroeconomiche, incluso l’intensificarsi delle difficoltà delle banche, soprattutto nelle economie vulnerabili”. Nell’aggiornare le stime di crescita mondiale, il Fmi avverte delle sue difficoltà nel fare previsioni.

”La Brexit implica un sostanziale aumento dell’incertezza economica, politica e istituzionale. Ma si tratta di un evento in corso ed è difficile quantificare le potenziali ripercussione” ammette il Fmi.

”E’ necessario mantenersi pronti ad agire e cooperare se l’impatto delle turbolenze sui mercato finanziario e la maggiore incertezza minacciassero di indebolire materialmente l’outlook globale”.

– Ma anche prima che questo si verifichi, ‘si possono accettare gli attuali tassi di crescita come un nuovo normale, dettato da fattori fuori dalla portata politica. I rischi possono infatti andare al di la’ dei puri costi economici di scivolare in una stagnazione – mette in evidenza il capo economista del Fmi, Maury Obstfeld, precisando che sta ai ”politici bilanciare le accuse di coloro che ritengono che tutti i mali siano legati alla globalizzazione”.

La scheda

La crescita mondiale rallenta con la Brexit, che aumenta i rischi al ribasso. Il Fmi scatta la fotografia dell’economia globale alle prese con una crescente incertezza. E’ l’Europa quella su cui gli effetti dell’addio della Gran Bretagna all’Ue si fanno sentire di più: il Pil italiano viene tagliato di 0,1 punti percentuali per il 2016 e il 2017.

L’Italia è il fanalino di coda in termini di crescita fra i maggiori paesi europei: la Germania e la Francia crescono saldamente sopra il’1,% quest’anno e il prossimo e la Spagna sopra il 2%.

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