Grasso: “Il referendum non è il giudizio universale”

Pietro Grasso lascia il Pd
Il presidente del Senato Pietro Grasso in occasione della tradizionale cerimonia del ''Ventaglio'', Roma, 21 luglio 2016. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Il presidente del Senato Pietro Grasso in occasione della tradizionale cerimonia del ”Ventaglio”, Roma, 21 luglio 2016.
ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA – Il referendum costituzionale previsto per ottobre dovrebbe svolgersi in un clima di serenità e con un serio confronto sul merito. La rappresentazione che se ne sta dando di una sorta di “giudizio universale” è del tutto “inopportuna, irrealistica e fuorviante”.

E’ questo uno dei passaggi chiave del discorso fatto dal presidente del Senato Pietro Grasso in occasione della tradizionale “Cerimonia del ventaglio” con la stampa parlamentare. Un intervento in cui parla non solo di referendum, ma anche dell’accelerazione che si dovrebbe dare a progetti di legge importanti come quello sull’editoria o sulla prescrizione; di Turchia e di migranti. Tema quest’ultimo che, secondo Grasso, non dovrebbe mai essere accostato a quello del terrorismo.

Il presidente del Senato dichiara di veder confermati i suoi timori circa una “forte polarizzazione intorno al referendum, che rischia” di essere celebrato in “un clima troppo conflittuale ed emotivo”. E fa l’esempio di quanto successo in Gran Bretagna con la Brexit per appellarsi alle forze politiche affinché non “spaventino gli elettori prefigurando conseguenze catastrofiche” che poi non darebbero gli “effetti sperati”.

Dopo aver augurato che comunque i mesi a venire diventino “un formidabile banco di prova per valutare lo stato di salute della cultura politica italiana”, Grasso sottolinea come ancora non si conosca la data del voto e chiede che i mezzi di comunicazione garantiscano “spazio adeguato ed equilibrato a tutte le ragioni di merito in ugual misura”.

Ma Grasso pensa anche al post urne quando insiste nel dire che leggi come quella per eleggere i nuovi senatori dovrebbero essere fatte il giorno dopo e quando spera che si riformino subito i regolamenti parlamentari e si chiarisca quale sarà la nuova connotazione dei gruppi senatoriali: se divisi per aree territoriali o per partiti di provenienza.

Quindi, punta il dito contro il ritardo con cui vengono affrontati certi provvedimenti cardine come quello della riforma della prescrizione (già invocata nella cerimonia del ventaglio dell’anno scorso…) che si augura approdi in Aula entro l’estate, anche perché il ddl contiene tante altre “soluzioni utili per velocizzare i tempi della giustizia”.

E sollecita l’ approvazione di testi come quelli su editoria, intercettazioni, concorrenza e quello contro il carcere per i giornalisti. Dopo aver sottolineato come sia sbagliato accostare il tema “terrorismo” a quello delle migrazioni, Grasso rivolge un altro invito a media e forze politiche: affinché non si strumentalizzi “irresponsabilmente” la paura dei cittadini. Anche perché, per quanto ci si possa preparare ad affrontare attacchi di ogni genere, c’è una componente di “imprevedibilità” difficile da arginare.

Quindi, tra i primi vertici delle istituzioni italiane a farlo, prende posizione contro le “massicce epurazioni” in atto in Turchia per le quali esprime “profonda preoccupazione” e afferma con forza che le “regole dello stato di diritto non sono derogabili” nemmeno in presenza dei reati più gravi, così come “non sono ammissibili trattamenti degradanti e disumani”.

E, a proposito di trattamenti disumani, Grasso, nel suo intervento, non parla di tortura. Ma dopo, interpellato dai cronisti sullo stop dei giorni scorsi all’esame del ddl che punta ad introdurre in Italia il reato, allarga le braccia e ammette:

– Che altro si doveva fare? Del resto se manca l’accordo politico…. Molti infatti – incalza – se la prendono con il bicameralismo quando invece a rallentare i lavori è spesso la mancanza di un accordo politico…
Grasso infine rivendica un successo del Senato: il risparmio in questa legislatura di 152 milioni di euro.

(Anna Laura Bussa/ANSA)