Corte dei Conti, “avvisi” a Marino e Alemanno

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ROMA – Un danno erariale di 253 milioni di euro. E’ quanto la Corte dei Conti del Lazio quantifica per le irregolarità e lievitazione dei costi legati alla realizzazione della linea C della metropolitana di Roma. I giudici contabili danno un colpo significativo alle indagini notificando per 32 persone, tra cui gli ex sindaci di Roma Gianni Alemanno e Ignazio Mario, un invito a dedurre che è assimilabile ad una chiusura inchiesta.

Il provvedimento è stato consegnato dagli uomini della Guardia di Finanza a funzionari pubblici che, a vario titolo, hanno gestito l’appalto per la realizzazione dell’opera.

– La mia azione è stata tutta rivolta a difendere gli interessi di Roma Capitale – si difende Alemanno -. Risponderò con una documentata relazione all’atto di citazione.

Su delega dei magistrati contabili la Gdf ha svolto indagini, a partire dal 2014, finalizzate ad acquisire atti ed informazioni, tra cui il procedimento arbitrale attivato nel 2007, il procedimento di formazione dell’atto transattivo del 2011, e poi quello di attuazione della Delibera Cipe del 2012 e quello di formazione dell’atto dell’anno successivo.

L’appalto in questione era stato aggiudicato dalla S.r.l. Roma Metropolitane al contraente generale – Metro C – per un importo a base d’asta pari a oltre 2.5 miliardi di euro, e perfezionato a seguito della sottoscrizione del contratto di affidamento allo stesso Contraente Generale il 12 ottobre 2006.

Le Fiamme Gialle hanno, quindi, ricostruito le procedure adottate relativamente alla realizzazione dell’opera pubblica, dal bando di gara a oggi, evidenziando, tra l’altro, il sistematico ricorso all’utilizzo del cosiddetto “sistema delle riserve”, iscritte nel registro di contabilità per un ammontare pari a circa 1,4 miliardi di euro, quale strumento che ha, di fatto, consentito al General Contractor – Metro C – di recuperare i ribassi offerti in sede di aggiudicazione della gara d’appalto e, al tempo stesso, di procurarsi ingenti risorse aggiuntive.

Le anomalie riscontrate, che hanno comportato una consistente lievitazione dei costi, sono state tutte attentamente scandagliate e da questa operazione è stato possibile, ad esempio, accertare che il General Contractor iscriveva le prime riserve due mesi dopo la sottoscrizione del contratto d’appalto (12.10.2006).

Si tratta di una procedura ‘contabile’ continuata nel tempo, nonostante le favorevoli pattuizioni accordate, sin da subito, al General Contractor. Con il provvedimento notificato oggi dalle Fiamme gialle viene contestato un danno erariale quantificato in 253 milioni di euro, in quanto somme indebitamente riconosciute da Roma Metropolitane al General Contractor Metro C, nell'”accordo transattivo” dell’8 giugno 2011.

I funzionari pubblici e agli ex sindaci della Capitale, a cui è stato notificato il provvedimento della Procura, nonché i vertici ed i tecnici di Roma Metropolitane e della Struttura Tecnica di Missione del ministero delle infrastrutture e dei trasporti che, nel tempo, si sono susseguiti, dovranno, entro i termini stabiliti dalla magistratura contabile, fornire le loro deduzioni in relazione a quanto contestatogli.

(Marco Maffettone/Ansa)