L’effetto vacanze frena la deflazione: spesa più cara

Una famiglia fa la spesa nel supermercato. (ANSA)
Effetto vacanze frena la deflazione: spesa più cara
Effetto vacanze frena la deflazione: spesa più cara

ROMA – L’effetto vacanze raffredda la deflazione. Il calo dei prezzi al consumo passa dallo 0,4% di giugno allo 0,1% di luglio su base annua, nei dati preliminari dell’Istat. E rispetto al mese precedente i prezzi sono in aumento dello 0,2%, spinti verso l’alto dai rincari estivi di cibo, attività ricreative e trasporti.

Secondo l’ufficio studi di Confcommercio già ad agosto l’inflazione potrebbe tornare in territorio positivo. In un solo mese, a luglio l’alta stagione porta a un aumento dei costi dei biglietti aerei del 21,3% rispetto a giugno. Per i trasporti via mare i rincari raggiungono il 26,5%, mentre per i viaggi in treno gli incrementi sono minori (+1,7%).

L’arrivo dell’estate significa anche villaggi vacanze più cari del 19,2% e pacchetti vacanze più costosi dell’11,1%. Per una volta queste stangate hanno anche un effetto positivo perché aiutano ad allontanare l’incubo degli economisti: una spirale deflattiva.

Questa avviene quando, siccome i prezzi sono in calo, le famiglie rimandano gli acquisti e diminuiscono i consumi, le imprese quindi riducono la produzione e tagliano posti di lavoro, cala così il reddito delle famiglie e crollano ancora di più i consumi.

A trainare i rincari a luglio, oltre alle spese per le vacanze, ci sono gli acquisti quotidiani per riempire il carrello della spesa. Nonostante la deflazione, infatti, comprare prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona costa lo 0,4% in più di un anno fa. I prezzi di abbigliamento e calzature vedono invece una dinamica opposta: luglio è mese di saldi.

I ribassi medi sono del 21,9%, i più alti mai registrati per le vendite promozionali estive, secondo l’Unione nazionale consumatori. L’associazione rimarca come siamo comunque “ben lontani” dagli sconti 70% e 50% solitamente pubblicizzati in vetrina.

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