Parisi sfida Renzi e Salvini e lancia Opa su moderati

Parisi sfida Renzi e Salvini e lancia Opa su moderati
Parisi sfida Renzi e Salvini e lancia Opa su moderati
Parisi sfida Renzi e Salvini e lancia Opa su moderati

ROMA – Stefano Parisi vira al centro, sfida Matteo Renzi e prova ad isolare Matteo Salvini che reagisce lanciando un sondaggio tra i leghisti sul progetto di federare il centrodestra dell’ex ad di Fastweb. Angelino Alfano segue con attenzione l’operazione mentre lavora a raggruppare in Parlamento tutti i centristi (verdiniani e zanettiani) che voteranno “SI” al referendum sulle riforme.

Rientrati (solo in parte) i malumori interni a Forza Italia per la scelta di Silvio Berlusconi di puntare su un uomo esterno per il rilancio del partito e per ricompattare il centrodestra, Parisi va all’attacco degli avversari esterni e lancia un’Opa sui moderati. L’obiettivo è chiaro: recuperare l’elettorato centrista perché – spiega in due interviste al Corriere della Sera ed al Messaggero – “c’è un enorme spazio per riportare le persone a votare per il centrodestra”.

Secondo Parisi, “Renzi vince dove rifà l’Ulivo, come a Milano” ma “non sfonda al centro e non prende i voti dei moderati”. Insomma, “il partito della nazione non funziona”. Parisi sta spostando il timone verso il centro ed a prendere le distanze da Lega e Fratelli d’Italia:

– Nel perimetro moderato non c’è spazio per modelli lepenisti.

E, d’altronde, a chi gli chiede come pensa di tenere insieme Alfano e Salvini risponde che “se ci saranno tutti bene, altrimenti qualcuno deciderà di restare fuori”.

Per Giorgia Meloni, però “confonde la parola “moderati” con inciucisti” ed è “poco chiaro” sui rapporti che intende avere con Renzi. La leader di Fdi ipotizza un sostegno di Parisi ad un eventuale governo Renzi 2 se dovesse vincere il “NO” al referendum. La parole di Parisi, al contrario, suonano come un forte richiamo per i centristi.

Alfano ha accolto l’invito al dialogo con Forza Italia, seppur con il “consiglio” a Parisi di sottoporsi alle primarie di centrodestra. Ma, secondo fonti interne a Ncd, il ministro non si fiderebbe completamente dell’apertura berlusconiana: il timore è che possa rivelarsi un tentativo fallito o come un “canto delle sirene” capace di portare Ncd alla disgregazione interna. Il progetto insieme può esserci, purché non sia un’Opa ostile.

Il leader centrista ha riunito i parlamentari per una “due giorni” nel complesso Domus Mariae alle porte di Roma per fare il punto sul futuro del partito. A metà settembre sarà varato un nuovo “contenitore” nel quale far confluire anche i parlamentari di Denis Verdini e quelli di Zanetti (martedì alla Camera è prevista una prima riunione tra deputati): un’alleanza sulla base del referendum visto che, politicamente, gli alfaniani fanno parte della famiglia europea del Partito Popolare, mentre quelli di Scelta Civica guardano all’Alde.

Ovviamente si è discusso del progetto di Parisi.

– Guardiamo con attenzione cosa accade – è la linea dettata da Alfano.

Ma è significativo che alla riunione non abbiano preso parte Schifani e De Poli, espressione dell’Udc che si è espressa contro le riforme. Sarebbe quest’area la più attenta al progetto Parisi. Ma anche coloro che sono fedeli ad Alfano e alla linea pro-Renzi sembrerebbero affascinati dal “federatore” soprattutto se riuscisse ad “isolare Salvini e la Meloni”.

Il discrimine di qualsiasi operazione resta il referendum. Anche all’interno di Forza Italia ci sono posizioni distanti: Renato Brunetta è il più attivo sul fronte del “NO” e con lui ci sono tutti gli esponenti azzurri più critici sul governo Renzi, oltre a molti degli ex come Fitto, Quagliariello e Mauro.

(Teodoro Fulgione/ANSA)