Inizia il Via Crucis di Rajoy, missione impossibile il governo

 

Rajoy 1MADRID – “Farò tutto il possibile, e anche l’impossibile” perchè la Spagna finalmente abbia un governo, promette Mariano Rajoy. Quella del premier uscente, incaricato giovedì da re Felipe VI di tentare di formare un nuovo esecutivo che superi il voto di fiducia di un Congresso ingovernabile, sembra in effetti una missione quasi impossibile.

Il leader popolare ha imboccato oggi quella che per molti aspetti sembra una Via Crucis con un colloquio con il segretario socialista Pedro Sanchez. Incassando subito due ‘no’. ‘No’ alla sua proposta di una Gran Coalicion per fare uscire il paese dalla crisi politica e pure ‘no’ a una astensione socialista sull’investitura di un governo minoritario Pp. Per ora Rajoy, vincitore senza maggioranza delle politiche del 26 giugno – le seconde in sette mesi – con 137 deputati su 350, non ha trovato un solo alleato.

Solo Ciudadanos (32 seggi) offre di astenersi. Psoe (85) e Podemos (71) sono sul ‘no’ così come i 25 deputati nazionalisti o indipendentisti.

– Deve cercare alleati a destra, non a sinistra – lo ha criticato Sanchez -. Il Psoe – ha chiarito – non intende appoggiare quelli che vogliamo cambiare.

Se i socialisti non cambiano posizione, e non accettano per lo meno di astenersi sull’investitura, il paese corre verso nuove elezioni, le terze in meno di un anno ha avvertito Rajoy:

– Una follia!

Per l’astensione in nome della governabilità e per evitare che paghi il prezzo politico di un terzo ricorso alle urne preme il leader storico del socialismo spagnolo Felipe Gonzalez. Per ora senza successo. Domani Rajoy vede il presidente di Ciudadanos Albert Rivera, per cercare di spostarlo dall’astensione al ‘si’ arrivando almeno a 169 deputati. Sempre sotto la maggioranza di 176, ma così potrebbe innescarsi una dinamica che potrebbe spingere verso l’astensione il Psoe.

Rivera per ora però non sembra disponibile. E al momento non si vede chi altro potrebbe appoggiare Rajoy. Sembra difficile che riesca a ottenere i voti dei nazionalisti di centro catalani e baschi di Cdc e Pnv. I secessionisti (8 seggi) del presidente Carles Puigdemont sono di nuovo ai ferri corti con Madrid sull’indipendenza catalana e per il Pnv (5) potrebbe essere pericoloso salvare Rajoy a due mesi dalle elezioni basche.

Cosi lo spettro di nuove elezioni, il colmo per il paese più stabile dell’Ue fino allo scorso dicembre, si fa sempre più vicino. Rajoy sembra determinato a continuare a premere su Sanchez e Rivera. E’ probabile che i contatti pubblici e sotterranei durino tutto agosto. Se dovrà gettare la spugna, non è escluso che Sanchez tenti di nuovo la strada della coalizione di sinistra con Podemos, fallita in febbraio, e con i nazionalisti. E’ il sospetto di Rajoy. Una ipotesi, ha avvertito, “che non sarebbe buona nè per la Spagna nè per il Psoe”. Se andasse in porto nonostante l’opposizione di diversi baroni Psoe, potrebbe complicare i rapporti con l’Ue. Su Madrid scrive El Mundo pesa la spada di Damocle di una possibile multa europea da 6 miliardi – dopo quella appena evitata per il rotto della cuffia – se non sarà in grado perchè senza nuovo governo di approvare in ottobre tagli di spesa e bilancio 2017 come chiede l’Ue.

(Francesco Cerri/ANSA)