CARACAS – Quindici paesi membri dell’Osa, attraverso una dichiarazione, hanno chiesto alle autoritá competenti venezuelane di permettere la realizzazione del Referendum revocatorio e di garantire l’esercizio di un diritto sancito nella Costituzione. Inoltre hanno espresso la speranza che i prossimi passi necessari per la realizzazione della consulta popolare non subiscano ritardi innecessari.
Argentina, Belice, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Messico, Panama, Paraguay, Perú e Stati Uniti nel comunicato sottolineano che, preso nota dell’annuncio del Consiglio Nazionale Elettorale, esortano l’organismo a non rendersi responsabile di ulteriori ritardi.
I 15 membri dell’Osa, inoltre, invitano governo e opposizione a iniziare un dialogo nel quale si affrontino i temi che preoccupano la popolazione: la mancanza di alimenti e medicine, l’incremento della delinquenza, il rispetto dei diritti umani, la separazione dei poteri e il consolidamento del sistema democratico.
Il documento é il primo emesso dai paesi dell’Osa, dopo la richiesta avanzata dal Segretario generale dell’organismo di applicare la “Carta Democrática” al Venezuela.
Se i paesi dell’Osa hanno manifestato preoccupazione per l’attuale situazione politica ed economica del Paese, il governatore dello Stato Miranda, Hernique Capriles Radonski, nel corso di una conferenza stampa a Lima, ha assicurato che una esplosione sociale in Venezuela avrá ripercussioni in tutta America latina.
– Ci saranno conseguenze in termini di rifugiati e immigranti – ha affermato con preoccupazione.
L’esponente del Tavolo dell’Unitá, che ha in agenda riunioni con il presidente del Parlamento, Luz Salgado, e con il capo dello Stato, Pedro Pablo Kuczynski, ha sottolineato che il Venezuela é un “paese in emergenza” e che i cittadini reclamano una soluzione.
– Il Referendum Revocatorio – ha detto – é l’unica possibile.