La dieta mediterranea di oggi è diversa da quella tradizionale

Un momento della spaghettata organizzata dalla Coldiretti in onore della dieta mediterranea, in piazza del Campidoglio a Roma. ANSA/COLDIRETTI
Un momento della spaghettata organizzata dalla Coldiretti in onore della dieta mediterranea, oggi 16 novembre 2010 in piazza del Campidoglio a Roma. ANSA/COLDIRETTI
Un momento della spaghettata organizzata dalla Coldiretti in onore della dieta mediterranea, oggi 16 novembre 2010 in piazza del Campidoglio a Roma.
ANSA/COLDIRETTI

ROMA. – Tanto osannata per le sue virtù e i benefici di salute che concede a chi la segue fedelmente, la dieta mediterranea che oggi si porta a tavola è proprio quella della tradizione? La verità arriva da uno studio italiano condotto tra Università Campus Biomedico di Roma e Fondazione Città della Carità di Taranto e pubblicata sulla rivista Clinical Nutrition ESPEN.

Lo studio rivela che la dieta mediterranea moderna ha ricevuto molte ‘contaminazioni’ dalla dieta stile occidentale, si è arricchita di cibi zuccherati, cibi di origine animale, cibi industriali e zuccheri semplici.

Per documentare l’evoluzione della dieta mediterranea nell’arco di 70 anni gli autori del lavoro hanno intervistato 52 donne ultraottantenni in buona salute, autonome e prive di declino cognitivo e 54 donne e uomini di 50-60 anni facendo loro compilare un diario alimentare e raccogliendo informazioni ulteriori intervistando solamente le anziane.

È emerso che nonostante generali similitudini, le due diete, quella tradizionale e quella contemporanea, presentano non poche differenze.

La dieta mediterranea di oggi ha subito interferenze da parte della dieta occidentale, aprendo a cibo industriale, zuccheri, cibi di origine animale, aumentando i consumo di proteine di origine animale, (49,6 grammi al giorno contro 28,3 della dieta tradizionale), grassi animali (37,8 grammi al giorno contro 20,1 grammi al giorno), grassi saturi (25,0 su 15,8 grammi al giorno) e colesterolo (305,0 milligrammi al giorno su 258,5).

Tornando alla tradizione, spiegano gli autori, imparando dalle vecchie generazioni si potrebbe beneficiare di cibi naturali di alta qualità con un elevato valore nutrizionale e a un costo minore.

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