Crescita e giovani, la linea di Renzi per post-Ventotene

Crescita e giovani,la linea di Renzi per post-Ventotene
Crescita e giovani,la linea di Renzi per post-Ventotene
Crescita e giovani,la linea di Renzi per post-Ventotene

NAPOLI – Crescita e giovani, con la partita riforme/flessibilità da affrontare già nei prossimi giorni nel bilaterale con Angela Merkel. E’ il giorno del post-Ventotene e, per il premier Matteo Renzi, è soprattutto il momento della spinta alle proposte messe sul tavolo ieri nel vertice con la cancelliera tedesca e con il presidente Francois Hollande.

E’ il momento, insomma, di dare un seguito forte all’iconografia senza precedenti messa in campo ieri con il trilaterale sulla nave Garibaldi e con sullo sfondo l’isola di Altiero Spinelli.

Il premier, tornato a lavoro a Palazzo Chigi, sarà impegnato in una girandola di incontri europei già nei prossimi giorni: pressoché certa la sua presenza al vertice del Pse del 25 agosto a Parigi e al summit dei Paesi della sponda Sud dell’Europa organizzato ad Atene da Alexis Tsipras. Due occasioni in cui Renzi tornerà a parlare faccia a faccia con Hollande rinsaldando quell’asse anti-rigore che potrebbe risultare decisivo a Bruxelles.

In mezzo, il bilaterale italo-tedesco di Maranello del 31 agosto. E’ qui che Renzi punta a ridurre in maniera decisiva le distanze con Merkel nella partita sulla flessibilità. Distanze emerse in parte anche ieri e che Renzi, sulla Garibaldi, ha già provato ad accorciare con due concetti chiari: l’Italia non intende sforare il 3% del deficit/Pil e intende continuare con la messa a punto di riforme strutturali. Riforme – a cominciare dalla defiscalizzazione del salario di produttività allo studio nel governo – che, tuttavia, necessitano di un’ulteriore deroga alle regole Ue sul bilancio.

La partita non è semplice e se Renzi può sperare nella sponda della commissione Ue per ora deve registrare lo scetticismo dell’Ecofin, secondo cui la clausola della flessibilità per le riforme è ‘una tantum’. Per questo il sì di Berlino sarebbe decisivo nell’ottica di un impegno, quello sì comune, ovvero per riscrivere l’Europa del post-Brexit partendo proprio dagli investimenti e da una maggiore attenzione sui giovani.

Non a caso, il servizio civile europeo e un restyling – per renderlo più efficace – del piano europeo della Garanzia Giovani sono i temi su cui Renzi intende puntare maggiormente in questi giorni, in vista del vertice a 27 del 16 settembre a Bratislava.

Tempi prettamente europei che, al pari di quello della crescita, vanno nella direzione opposta a quel rigore di cui il premier è ormai esplicito avversario. Premier che, dal vertice di ieri, ha visto di certo rinnovato il suo ruolo europeo tornando ad incassare il plauso di Berlino per delle riforme che, inevitabilmente, si legano all’esito del referendum di novembre. E che vedono, in Italia, le opposizioni in trincea.

“Renzi rilancia l’economia..tedesca”, è ad esempio l’affondo del 5 Stelle Luigi Di Maio. A testimonianza che, per Renzi, la partita d’autunno è duplice: e quella economica non può essere slegata da quella referendaria.

(Michele Esposito/ANSA)

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