L’Ue riparte da Ventotene: “Ora avanziamo insieme”

L'Ue riparte da Ventotene
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L’Ue riparte da Ventotene

BRUXELLES – In gioco c’è il futuro del progetto europeo, e Bruxelles non può fare a meno della spinta dei suoi tre Paesi fondatori chiave – Italia, Francia e Germania – per portare a bordo i restanti dei 27, orfani della Gran Bretagna.

Le grandi linee direttrici per rilanciare l’Ue emerse da Ventotene – investimenti e crescita, sicurezza e difesa, migranti, giovani e cultura -, anche se più simboliche che concrete trovano sponda nella Commissione Ue che ora più che mai, a tre settimane dal discorso sullo Stato dell’Unione e dal vertice della ‘ripartenza’ di Bratislava dopo la Brexit, tende la mano ed esprime il desiderio di avanzare “insieme”.

– Le questioni discusse al trilaterale tra il premier Matteo Renzi, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande sono estremamente di attualità e sono in cima all’agenda della Commissione da un certo temp, per questo “speriamo di poter procedere insieme rapidamente, nell’interesse di tutti i nostri cittadini – ha dichiarato un portavoce dell’esecutivo comunitario -. Nel frattempo – ha ancora assicurato – la Commissione continuerà a lavorare attivamente su questi temi.

Crescita, investimenti, giovani, sicurezza e difesa, migranti, sono infatti tutti temi che l’esecutivo Ue “ha promosso da lungo tempo”, ricordano fonti comunitarie. E il Piano Juncker in particolare è una “componente essenziale”, di cui non a caso negli scorsi mesi è già stato chiesto il rafforzamento e il prolungamento a Consiglio e Parlamento Ue. Quindi “le idee sul Piano per gli investimenti sono sempre molto benvenute”, in quanto vanno “nella stessa direzione”.

Sul fronte migrazione, che “l’Europa abbia bisogno di solidarietà lo dice il presidente Juncker da due anni”, tengono a ricordare le fonti. Ogni supporto come l’impegno preso sui ricollocamenti da parte della Germania tramite il ministro dell’Interno Thomas De Maizière con Angelino Alfano sfonda quindi porte più che aperte, con la speranza che faccia da effetto traino sugli altri stati più recalcitranti. In materia di sicurezza, la Commissione si è dotata di un’agenda “sin dal 2015”, e le misure sono a vari stadi di avanzamento.

Ora l’idea di creare un nuovo portafoglio per l’Unione della sicurezza, assegnato al nuovo commissario britannico designato Julien King.

– Siamo molto contenti – sottolineano le fonti – che anche i leader di Italia, Germania e Francia vedano le cose in questo modo. Quanto alla difesa, ci sono molte cose in cui anche noi speriamo ci siano progressi, ora che tutti hanno capito che la sicurezza interna e quella esterna è quello di cui abbiamo bisogno – sottolineano le fonti.

La proposta sulla cultura di Renzi, poi, valutano a Bruxelles, “non è certo una cattiva idea”, anzi potrebbe aiutare a creare “un sentimento di comunanza in Europa” il cui “concetto può essere parte” delle strategie comunitarie. Ora si tratterà, a partire da Ventotene, dove l’Italia ha certificato il suo rientro nel “gruppo di testa” dell’Europa come lo ha definito Alfano, di costruire un consenso tra i 27 in vista di Bratislava.

A lavorare ancora, nei prossimi giorni, Hollande e Renzi al vertice dei Paesi Pse a Parigi, e la Merkel con quelli del gruppo di Visegrad e del Nord. Di sponda con Juncker e il presidente Ue Donald Tusk.

(Lucia Sali/ANSA)

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