CARACAS – E’ ancora un misterio la data in cui il Tavolo dell’Unità potrá raccogliere il 20 per cento delle firme delle liste elettorali, poco meno di 4 milioni, ultimo passo per convocare la consulta popolare. Non lo sono, invece, i luoghi scelti dall’eterogenea alleanza dell’opposizione per la simbolica “Toma de Caracas”.
I simpatizzanti del Tavolo dell’Unità, e tutti coloro che desiderano un cambio di governo, inizieranno i loro cortei dall’avenida Francisco de Miranda, nei pressi dell’Unicentro El Marqués; da Santa Fe, nel municipio Baruta; dalla avenida O’Higgins, nell’ovest della città; Plaza Venezuela; Parque Cristal; Caurimare e Santa Mónica.
Il Tavolo dell’Unità, comunque, per ragioni di sicurezza e opportunità ha informato che solo la sera del 30 agosto renderà noto il luogo in cui confluiranno tutti i cortei.
Mentre Jesús “Chuo” Torrealba, segretario esecutivo del Tavolo dell’Unità, rendeva noto i punti nevralgici della protesta del primo settembre, il governatore dello Stato Miranda, sottolineava la prontezza con cui il governo del presidente Santos, nella vicina Colombia, annunciava il referendum del 2 ottobre per permettere ai cittadini di esprimersi sull’accordo raggiunto con i guerriglieri delle Farc.
– Signora Lucena – dichiarava l’esponente della Mud – lei che ripete tanto che abbiamo il miglior sistema tecnologico al mondo, perchè dopo sei mesi ancora non ci dice quando i venezuelani potremo stampare la nostra impronta digitale?
In effetti, sebbene il Consiglio Nazionale Elettorale aveva convalidato il rapporto del Copafi (Comisión de Participación Política y Financiamento) e il direttore del Cne, Emilio Rondón, aveva precisato che l’opposizione avrà tre giorni di tempo per raccogliere il 20 per cento delle firme, ancora nulla si sa della data e quindi se il referendum si realizzerà finalmente entro l’anno.