Sisma: L’incubo dei bimbi, essere divorati dalle crepe

Un fermo immagine tratto da Sky TG24 mostra il recupero di una bambina estratta viva dalle macerie ad Amatrice, 24 agosto 2016. ANSA/SKY TG24 -
Un fermo immagine tratto da Sky TG24 mostra il recupero di una bambina estratta viva dalle macerie ad Amatrice, 24 agosto 2016. ANSA/SKY TG24 -
Un fermo immagine tratto da Sky TG24 mostra il recupero di una bambina estratta viva dalle macerie ad Amatrice, 24 agosto 2016.
ANSA/SKY TG24 –

GRICIANO (ACCUMOLI, RIETI) – “La loro paura più grande è che si aprano delle crepe sotto le tende, e venire divorati da queste crepe”. E’ l’incubo dei piccoli nel campo di accoglienza di Griciano, piccola frazione a tre chilometri da Accumoli l’epicentro del terremoto che ha fatto strage tra Lazio e Marche. I volontari hanno allestito un mini-campo giochi non lontano dalle tende.

Una fascetta segnaletica dai tradizionali colori bianco e rosso simula il limite di una immaginaria rete da pallavolo. I piccoli si rincorrono tutto intorno. Giocano a nascondino tra le tende allestite dai soccorritori. Vicino c’è una ‘ludoteca’: ci sono i colori per disegnare, i fumetti, le macchinine e qualche libro per i più grandi.

I bambini sono una decina, tutti tra i 3 e i 12 anni, e anche molti adolescenti, in un campo che ospita nella notte oltre 150 persone.

– Non gli diciamo cosa disegnare, li facciamo giocare, cerchiamo di riportarli alla quotidianità che hanno perso – spiega Chiara Giuliani, una giovane volontaria responsabile dei più piccoli, di Torre dei Passeri, in provincia di Pescara – Giochiamo a palla, acchiapparella, quello che vogliono. Se hanno bisogno di rilassarsi magari leggiamo un libro insieme.

L’assistenza dei volontari non è di natura terapeutica, per quella ci sono team specializzati che stanno girando tutta l’area. Qui si offrono sorrisi e scherzi. Nei disegni ci sono gli elicotteri della Croce rossa che salvano una persona. Una ragazza che grida aiuto in una casa vicino a un bosco in fiamme. Ma anche gli stemmi della Juve o della Roma, o una partita di pallavolo in spiaggia, forse quelle viste nelle Olimpiadi di Rio.

– Esprimono quello che hanno vissuto. Non è arte-terapia, è disegno puro – continua Chiara -. E’ un modo per canalizzare le energie che hanno, le loro emozioni. I bambini sono più piccoli esprimono in modo diverso dagli adulti quello che hanno vissuto e ognuno elabora in una determinata strada.

Non lontano da qui, a una quindicina di chilometri sulle montagne più alte, a Montegallo, rinomato centro turistico sui monti Sibillini, altri bambini si rincorrono gridando. Le famiglie del paese hanno trasformato un vicino camping della comunità montana in un riparo sicuro. I volontari dell’Emilia Romagna, che in quest’area sono oltre 120, hanno piazzato tende accanto ai bungalow, che ospitano soprattutto gli anziani, compreso qualche ferito.

– Nel paese ci sono circa 17 bambini, 10 sono qui. Si conoscono tutti, non hanno capito bene cosa sia successo e pensano di stare in vacanza – racconta una signora.

Accanto a lei c’è Alessio, 5 anni, il nipote.
– Non ha paura, ma quando arriva una scossa si spaventa. Allora lo abbraccio, lo coccolo e gli rispunta il sorriso – dice la zia.

Alessio fa una smorfia, gira sui tacchi e ricomincia a correre sul prato. Si azzuffa con gli altri piccoli. La comunità li guarda con amore, li sentono come figli di tutti. E sono determinati a garantire loro un futuro che spazzi via il dramma di questi giorni.