Renzi: “Le riforme del referendum non riducono la democrazia”

Il premier difende la riforma: "Non riduce gli spazi di democrazia: più semplicemente riduce le poltrone, senza toccare minimamente il sistema dei contrappesi. Rende il paese più semplice e giusto"
Il premier difende la riforma: "Non riduce gli spazi di democrazia: più semplicemente riduce le poltrone, senza toccare minimamente il sistema dei contrappesi. Rende il paese più semplice e giusto"
Il premier difende la riforma: “Non riduce gli spazi di democrazia: più semplicemente riduce le poltrone, senza toccare minimamente il sistema dei contrappesi. Rende il paese più semplice e giusto”

ROMA – Dopo una “settimana di lutto” dopo il terremoto nel centro Italia, Matteo Renzi annuncia la ripresa dell’attività del comitato ‘Basta un sì’. Per quanto lo riguarda, invece, la campagna referendaria entrerà nel vivo con il comizio di chiusura della Festa Nazionale dell’Unità l’11 settembre a Catania. Ma già ora, senza fare riferimento agli attacchi di Massimo D’Alema e alle critiche dell’opposizione, il premier difende la riforma.

– Non riduce gli spazi di democrazia come qualcuno vorrebbe far credere: più semplicemente riduce le poltrone, senza toccare minimamente il sistema dei contrappesi e rende il paese più semplice e giusto – spiega annunciando che finora si sono formati 3mila comitati.

Pur se sottotono per l’emergenza terremoto, cominciano a delinearsi gli schieramenti in vista del referendum. E le parole d’ordine. Renzi, deciso a tenersi alla larga da un’eccessiva personalizzazione, evita gli attacchi personali e batte sugli effetti della riforma.

L’opposizione si attrezza per il No e così anche Massimo D’Alema che lunedì prossimo darà il via ai suoi comitati. Nel mezzo, per ora, c’è la minoranza dem che avvisa il premier chiedendo modifiche all’Italicum, o almeno un impegno serio a cambiamenti, altrimenti si schiererà per il No al referendum.

Pier Luigi Bersani, ospite delle feste del Pd, continua a chiedere di dare spazio anche alla ragioni del No e a mettere in cantiere cambia alla legge elettorale che evitino “un salto nel buio” limitando l’equilibrio democratico garantito dall’attuale Costituzione.

l fronte del ‘no’, sostiene il capogruppo Fi Renato Brunetta citando il sondaggio Winpol, “è nettamente in vantaggio e arriva a toccare il 54% mentre il ‘sì’ sprofonda al 46%”. Ma Renzi ed i suoi mostrano sicurezza, convinti che quando si entrerà nel vivo, “dicendo la verità e raccontando il merito del referendum”, afferma il leader Pd, i cittadini si schiereranno a favore della riforma.

Il cavallo di battaglia resta la spinta al cambiamento.

– Se vince il no, rimane tutto come adesso. Se vince il sì, finalmente si cambia – chiede il premier sollecitando la mobilitazione anche via social. Ma la battaglia avviene anche nei luoghi di mobilitazione tradizionale: SI, da oggi a Pescara per la festa nazionale, darà spazio al referendum.

E anche alla Festa de l’Unità di Roma, da domani, sarà, sostiene il commissario Pd Matteo Orfini, “un momento importante della campagna per il Sì e tanto siamo convinti delle ragioni della riforma che non temiamo di misurarci con gli argomenti di chi dentro e fuori il Pd la pensa diversamente”.

(Cristina Ferrulli/ANSA)

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