Bce: frena la crescita dell’Eurozona e sale l’attesa per le mosse di Draghi

Mario Draghi con il dito puntato
Mario Draghi (DANIEL ROLAND/AFP/Getty Images)
The European Central Bank's new chief Mario Draghi . DANIEL ROLAND/AFP/Getty Images)
The European Central Bank’s new chief Mario Draghi . DANIEL ROLAND/AFP/Getty Images)

ROMA. – Frena la crescita economica dell’Eurozona nel secondo trimestre e il dato arriva a poche ore dalla riunione della Banca Centrale Europea, costretta quindi più che mai ad agire o promettere di agire entro la fine dell’anno per rilanciare la ripresa e l’inflazione, ma anche per rassicurare i mercati.

Nel periodo aprile-giugno il Pil della zona euro rallenta a +0,3% da +0,5% del primo trimestre, secondo la lettura finale di Eurostat che conferma così la stima preliminare, e anche su base annua viene confermato un +1,6% di crescita.

Italia, Francia e Finlandia risultano gli unici Paesi europei con la crescita ferma nel secondo trimestre ma pure la locomotiva tedesca tira il freno con un +0,4% dopo lo 0,7% del periodo gennaio-marzo. E a conferma che anche la Germania ha perso slancio è il dato sugli ordini di fabbrica che a luglio sono aumentati meno del previsto: +0,2% contro lo 0,5% stimato dagli analisti.

Nella conferenza stampa di giovedì pomeriggio, che segue la riunione del board Bce, Draghi a questo punto potrebbe annunciare una nuova estensione del piano di acquisti di titoli su larga scala fino a settembre 2017, mantenendo i tassi fermi ai minimi storici.

A dicembre la scadenza del Qe era stata prolungata a marzo 2017 da quella originale di settembre 2016. I mercati e molti economisti scommettono su questo o almeno su un discorso da ‘colomba’ da parte del numero uno della Bce per infondere fiducia ed in cui promette il prolungamento del Qe nei prossimi mesi.

“Non fare nulla non può essere una scelta, la delusione dei mercati sarebbe enorme”, avverte un operatore. Ma gli analisti sottolineano anche che estendere il Qe “è più facile a dirsi che a farsi” perché avendo ormai comprato oltre 1.000 miliardi di euro di bond, Francoforte rischia di non trovare più sul mercato titoli idonei da acquistare. Sulla politica monetaria della Bce interviene però ancora una volta Wolfgang Schaeuble.

Presentando il budget al Bundestag, il ministro delle finanze tedesco ha ribadito che i bassi tassi d’interesse e la liquidità creata dalle banche centrali sono fonti di “preoccupazione”, sottolineando quindi la necessità delle riforme strutturali e della crescita per porre fine alla politica dei tassi bassi della Bce.

Sempre nella riunione di giovedì la Bce potrebbe anche limare le sue stime di crescita dell’Eurozona per il 2016 e per il 2017 a causa della Brexit. Nella riunione di giugno l’Eurotower ha alzato le stime di crescita a 1,6% per quest’anno da 1,4% e confermato l’1,7% per il 2017.

Intanto in attesa di Draghi le Borse, con l’eccezione di Francoforte, archiviano la seduta in tono negativo, appesantite dal rallentamento del settore dei servizi negli Usa. Il relativo indice Ism è sceso ad agosto a 51,4, segnando i minimi da febbraio 2010. Milano ha chiuso in calo dello 0,80% quindi Londra (-0,78%), Parigi (-0,24%) e Francoforte (+0,14%).

(di Alfonso Abagnale/ANSA)

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