La provocazione di Obama

Obama fa la storia: nomina musulmano giudice federale
Obama fa la storia: nomina musulmano giudice federale
Obama fa la storia: nomina musulmano giudice federale

Mariza Bafile

NEW YORK – Una provocazione. Così è stata interpretata negli ambienti politici la decisione del presidente Barack Obama di nominare un giudice federale musulmano. In realtà, la mossa del capo dello Stato non avrà alcuna conseguenza. Infatti, la promozione di Abish Qurishi dovrà essere confermata dal Parlamento. E questo, a maggioranza repubblicana, già da qualche tempo ha deciso di congelare tutte le procedure delle nomine presidenziali.

Il mandato di Obama è ormai agli sgoccioli. Tra qualche mese consegnerà il testimone. Ma con la sua decisione, stando agli analisti, ha voluto inviare un forte messaggio alla comunità musulmana. La campagna elettorale entra, dopo il “Labor Day”, nel vivo. E i musulmani sono stati denigrati e offesi a più riprese dal candidato repubblicano, Donald Trump. Con la nomina a giudice federale di un membro di una comunità tanto grande e complessa, ha inteso ribadire l’apertura verso una multietnicità tanto criticata dal Tycoon.

Nei giorni scorsi, Trump ha cercato di rammendare gli strappi con la comunità latinoamericana attraverso un incontro col presidente Peña Nieto. Il risultato però non è stato quello atteso e lungi dal convincere la comunità latinoamericana negli Stati Uniti, ha sollevato una grossa polemica in Messico e alimentato la diffidenza dell’elettorato messicano verso il giovane presidente.

Sulla candidatura dell’ex First Lady, continua a pesare, invece, l’”affaire degli e-mail”. E’ una zavorra che potrebbe trasformare la sua campagna elettorale in un disastro anche se, per il momento, nei sondaggi che contano, rimane in netto vantaggio.

Una recente indagine del Washington Post ha rivelato che Hillary Clinton avrebbe a suo favore 244 dei 270 voti necessari per il trionfo. Trump, appena 126. Mancano almeno 168 grandi elettori ancora in bilico. E su questi si concentra la battaglia elettorale.

I sondaggi danno per vincitrice Hillary con un 60 o un 80 per cento delle preferenze. E’ indicativa la presenza, tra gli elettori dell’ex Segretario di Stato, del voto dei “bianchi-intellettuali”, anche di quella fetta che, fino a ieri, è stata tradizionalmente repubblicana. Pur essendo ancora conservatori non se la sentono di seguire il candidato dell’elefantino in quanto non lo considerano un aspirante idoneo alla Casa Bianca.

Quindi Hillary, stando sempre ai sondaggi, dominerebbe oggi trentuno dei cinquanta stati dell’Unione. E starebbe traballando anche la leadership repubblicana in Texas, stato da oltre 40 anni in mano ai conservatori. In questo caso a pesare sarebbe il voto femminile, per il momento orientato verso Clinton.

Le dichiarazioni sessiste dei repubblicani sono ormai note. L’ultima a farne le spese è stata la giornalista italo-americana Olivia Nuzzi, del Daily Beast che, nelle ultime settimane, è stata oggetto di pesanti apprezzamenti. E, nei giorni scorsi, dei commenti adirati di Mark Kravitz, in corsa per un seggio nel municipio di Peptford, nel New Jersey. Questi avrebbe scritto: “Spero che tu sia stuprata da un profugo siriano” e “mi auguro che tu sia violentata oggi”.

Kravitz, naturalmente, ha negato tutto; assicurato che non ha mai scritto una cosa del genere e che il suo facebook è stato vittima di un pirata informatico. Ma pochi, in realtà, gli credono.

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