I grattacapi di Draghi: ripresa, inflazione e Brexit

Ripresa, inflazione e Brexit, i grattacapi di Draghi
Ripresa, inflazione e Brexit, i grattacapi di Draghi
Ripresa, inflazione e Brexit, i grattacapi di Draghi

ROMA. – Bassa crescita, bassa inflazione e la Brexit sullo sfondo, che minaccia un’Eurozona lacerata anche da crisi politiche e bancarie. Questo il quadro che il consiglio direttivo della Banca Centrale Europea dovrà affrontare quando si riunirà domani nei piani alti dell’Eurotower a Francoforte.

A causa del nuovo scenario post-Brexit, il presidente Mario Draghi, secondo alcuni analisti, dovrebbe limare le stime di crescita dell’Eurozona per il 2016 e per il 2017 e mantenere stabile l’outlook sull’inflazione a +0,2% quest’anno e +1,3% l’anno prossimo nell’aggiornamento delle previsioni macro. Senza la Brexit invece ci sarebbe potuto essere una revisione al rialzo di entrambe le stime grazie alle misure messe in campo dalla Bce, sostengono gli stessi analisti.

E proprio sulle nuove misure da adottare per rilanciare crescita ed inflazione, in particolare il Qe3, gli economisti sono divisi. Alcuni sono sicuri che Draghi annuncerà una nuova estensione del piano di acquisti di titoli oltre la scadenza di marzo 2017 mentre altri sottolineano che estendere il Qe non è poi tanto facile perché Francoforte, avendo già comprato oltre 1.000 miliardi di euro di bond, rischia di non trovare più sul mercato titoli idonei da acquistare e dunque dovrebbe cambiare le regole sui bond che può comprare.

Ma un cambiamento delle regole potrebbe provocare una nuova frattura all’interno del board Bce tra colombe e falchi, con in testa il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, che considerano il Qe un salvataggio mascherato per i Paesi più deboli dell’Eurozona.

Comunque Draghi darà delle riposte a tutti gli interrogativi. Nell’attesa e puntando su un’azione importante da parte della Bce, i listini europei chiudono la seduta in territorio positivo con Milano maglia rosa (+1,41%), quindi Francoforte (+0,62%), Parigi (+0,61%) e Londra (+0,30%).

Proprio dalla capitale britannica e alla vigilia del board Bce, il governatore della Banca of England, Mark Carney, ha dichiarato che “il rischio di una recessione in Gran Bretagna” dopo la Brexit “è diminuito grazie alla misure di stimolo della Banca d’Inghilterra”.

Oltreoceano invece l’economia americana “sta sperimentando una crescita modesta”, afferma la Federal Reserve nel suo Beige Book, il rapporto che sarà usato nella riunione della Banca centrale Usa il prossimo 20-21 settembre per decidere sui tassi. Nell’Eurozona il tema della crescita e gli effetti della Brexit ritorneranno sul tavolo quando venerdì e sabato si riuniranno l’Eurogruppo e l’Ecofin a Bratislava.

(di Alfonso Abagnale/ANSA)

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