Datincorp: cresce la voglia di emigrare dal Venezuela

Per Almagro “il dialogo dovrebbe servire anche per cercare di trovare soluzioni per i venezuelani che sono all’estero e soffrono”
Per Almagro “il dialogo dovrebbe servire anche per cercare di trovare soluzioni per i venezuelani che sono all’estero e soffrono”
Datincorp: cresce la voglia di emigrare dal Venezuela
Datincorp: cresce la voglia di emigrare dal Venezuela

CARACAS – Non è più il paese che accolse gli immigrati nell’immediato dopo-guerra. Oggi il Venezuela è soprattutto un Paese di emigranti. Infatti, stando all’agenzia demoscopica Datincorp, quasi il 60 per cento dei venezuelani desidera lasciare il Paese e cercare altrove fortuna. Dal 2015 a oggi, la percentuale dei cittadini che progetta emigrare è aumentata di 12 punti. Un incremento significativo.

I sondaggi resi noti da Datincorp sono preoccupanti e dovrebbero invitare il governo a una profonda riflessione. Infatti, chi pensa di emigrare sono soprattutto i giovani. E’ la nuova generazione a non aver fiducia nel paese e a pensare che ormai solo emigrando si potrà emergere intellettualmente ed economicamente. Si pensa a costruire un futuro migliore, ma non in Venezuela.

Del 57 per cento dei venezuelani consultati da Datincorp, che in questo momento sta considerando seriamente la possibilità di abbandonare il paese, il 69 per cento è costituito da giovani. Ma non solo. E’ preoccupante che anche gli adulti e le persone di età ormai avanzata, generalmente restie ad abbandonare il proprio Paese, pensino che emigrare sia l’alternativa migliore.

Infine, il sondaggio demoscopico rivela che se una volta erano gli uomini a considerare la via dell’emigrazione, ora sono sempre più le donne ad esprimere il desiderio di cercare altrove quello che il paese non offre loro.

Il fenomeno che prende corpo in Venezuela, stando a Datincorp, potrebbe rappresentare in un futuro prossimo un grave problema, anche molto più inquietante della mancanza di alimenti e dell’alto costo della vita. Il Paese, infatti, corre il rischio di restare senza giovani e, soprattutto, senza professionisti formati nelle aule dell’università.

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