Usa: aumento record dei redditi, cala la povertà

Shoppers browse items for sale in a Toys R Us store in Queensbury, New York, USA, 26 November 2015. EPA/ANDREW GOMBERT
Shoppers browse items for sale in a Toys R Us store in Queensbury, New York, USA, 26 November 2015.  EPA/ANDREW GOMBERT
Shoppers browse items for sale in a Toys R Us store in Queensbury, New York, USA, 26 November 2015.
EPA/ANDREW GOMBERT

WASHINGTON. – A pochi mesi dalla fine del secondo mandato di Barack Obama, l’America completa la ripresa dalla terribile recessione del 2008 con un balzo record dei redditi famigliari e un calo altrettanto record della povertà nel 2015: rispettivamente +5,2% (56.516 dollari, 2798 dollari in piu’) e -1,2% (pari a 3,5 milioni di persone), con un tasso di povertà che passa dal 14,8% al 13,5%.

E’ la foto scattata dal Census of Bureau, che non registra queste variazioni dall’inizio della sua attività, ossia dal 1968. Un’eredità che il presidente americano ha vantato adesso a Filadelfia anche nella campagna elettorale a sostegno di Hillary Clinton contro un Donald Trump che continua a denunciare l’arretramento dell’economia americana.

E per contrastare la retorica del tycoon contro la presunta sudditanza Usa verso altri giganti economici, Obama ha presentato un ricorso al Wto contro la Cina, accusandola di fornire eccessivi sussidi statali (oltre 100 mld di dlr) al settore agricolo, alterando i prezzi di riso, grano e mais e danneggiando la produzione di altri Paesi esportatori come gli Stati Uniti.

L’aumento dell”houshold income’ è trasversale, spalmato su tutte le classi di età, i gruppi etnici e le aree geografiche, con l’unica eccezione di chi vive fuori delle aree urbane. La crescita più veloce si è verificata tra i redditi più bassi e medi, a beneficio quindi di quella middle class che resta al centro della campagna elettorale.

Merito della crescita costante dell’occupazione, della crescita dei salari reali (anche grazie all’aumento dei minimi, seppur a macchia di leopardo) e dell’inflazione bassa. A questo si aggiunge la progressiva estensione dell’assicurazione sanitaria grazie all’Obamacare, che ha abbattuto la barriera del 10%: “solo” il 9,1% vive senza, ossia 29 milioni di americani, ma nel 2014 erano 33 milioni (10,4%).

Traguardi che la Casa Bianca ostenta con orgoglio e soddisfazione: “il rapporto odierno del Census Bureau dimostra lo straordinario progresso che le famiglie americane hanno fatto mentre la ripresa continua a rafforzarsi”, commenta il Council of Economics advisers, che analizza e interpreta gli sviluppi economici e consiglia il presidente Obama sulla politica economica.

La solida crescita dell’occupazione e il robusto incremento degli stipendi reali sino a questo momento, aggiunge, “suggerisce che i redditi stanno continuando ad aumentare anche quest’anno”. I redditi delle famiglie erano continuati a calare dopo il 2008, cominciando a risalire solo nel 2013, ma solo nel 2015 hanno superato quelli dell’anno della recessione, anche se il dato è ancora inferiore dell’1,6% rispetto al 2007 e più basso del 2,4% rispetto al boom di fine anni Novanta.

Se però il trend prosegue, il 2016 potrebbe essere l’anno del ritorno ai livelli pre-crisi. Tra i dati 2015 che colpiscono di più, la maggiore crescita dei salari delle donne (+2,7% contro l’1,5% degli uomini), che riduce il gap ad un livello anch’esso record.

Anche coloro che non hanno la cittadinanza americana hanno guadagnato di più dei ‘native-born’: +10,5% (45,100 dlr), contro il 4,4% (57,200). Segno che anche gli immigrati stanno riducendo il gap nei confronti degli americani.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)