Identikit dell’investitore italiano: poco informato e fugge dai Bot

E' abbastanza ignorante in materia finanziaria, fa fatica a capire l'andamento e le innovazioni dei mercati e per quanto riguarda le scelte di investimento, profondamente restio al rischio di incappare in una perdita,
E' abbastanza ignorante in materia finanziaria, fa fatica a capire l'andamento e le innovazioni dei mercati e per quanto riguarda le scelte di investimento, profondamente restio al rischio di incappare in una perdita,
E’ abbastanza ignorante in materia finanziaria, fa fatica a capire l’andamento e le innovazioni dei mercati e per quanto riguarda le scelte di investimento, profondamente restio al rischio di incappare in una perdita,

ROMA. – E’ abbastanza ignorante in materia finanziaria, fa fatica a capire l’andamento e le innovazioni dei mercati e per quanto riguarda le scelte di investimento, profondamente restio al rischio di incappare in una perdita, preferisce optare per strumenti più liquidi quali depositi bancari e postali, a scapito di azioni, obbligazioni, ma anche di Bot e Btp.

Questo l’identikit dell’investitore medio italiano stilato dalla Consob nel Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie, dal quale emerge tuttavia anche un risparmiatore tutto sommato poco propenso ad affidarsi a consulenti ai quali dover pagare un servizio. Spesso si preferisce piuttosto dar retta al consiglio di parenti o di amici.

Il rapporto 2016 della Consob conferma dunque il basso livello di conoscenze finanziarie delle famiglie italiane. E la prova viene dai numeri: più del 20% degli intervistati dichiara di non avere familiarità con alcuno strumento finanziario, mentre solo poco più del 40% è in grado di definire correttamente alcune nozioni di base, quali inflazione e rapporto tra rischio e rendimento.

E, ad esempio, la stragrande maggioranza degli intervistati dalla Consob non capisce il concetto dei tassi di interesse negativi. I più informati dal punto di vista finanziario risultano comunque i soggetti maggiormente istruiti e quelli che vivono al nord.

In generale la Consob dà conto di un rinnovato interesse degli italiani per mercati, tanto che alla fine dello scorso anno una famiglia su due deteneva un prodotto finanziario. Allo stesso tempo però circa la metà di coloro che decidono di investire sono avversi alle perdite.

E’ anche per questo che mentre titoli di stato e azioni vengono tenuti alla larga, la liquidità la fa da padrona: dopo il 2007 infatti la composizione del portafoglio degli investitori ha riflesso il maggior interesse per i depositi bancari e postali. L’incidenza di queste due tipologie di strumenti è passata dal 38% degli investimenti al 52% nel 2015, a fronte di un calo della quota di ricchezza detenuta in azioni (-43%), in titoli di debito pubblico (-23%) e obbligazioni (-19%). Ma solo il 6% delle famiglie comprende correttamente la nozione di diversificazione del portafoglio.

Per quanto riguarda lo stile di investimento, il 24% degli intervistati decide in maniera autonoma, più di un terzo (38%) su affida ai suggerimenti di parenti e amici, il 28% chiede consiglio a un professionista e il restante 10% delega un esperto. Sono comunque addirittura il 60% circa gli intervistati che non conoscono nessuno dei servizi di investimento previsti dalla normativa vigente.

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