Arriva la mozione di Sinistra sull’Italicum, e il Pd contrattacca

L'Aula della Camera il 21 settembre discuterà una mozione di Sinistra Italiana che chiede di modificare la legge elettorale entrata in vigore l'1 luglio scorso. Ma anche la maggioranza, con in testa il Pd, potrebbe presentarne una che tenga unita la coalizione, compresa la minoranza Dem
L’Aula della Camera il 21 settembre discuterà una mozione di Sinistra Italiana che chiede di modificare la legge elettorale entrata in vigore l’1 luglio scorso. Ma anche la maggioranza, con in testa il Pd, potrebbe presentarne una che tenga unita la coalizione, compresa la minoranza Dem

ROMA. – Si parlamentarizza il dibattito sulle possibili modifiche all’Italicum, iniziato dopo l’esito delle amministrative del 19 giugno. L’Aula della Camera il 21 settembre discuterà una mozione di Sinistra Italiana che chiede di modificare la legge elettorale entrata in vigore l’1 luglio scorso. Ma anche la maggioranza, con in testa il Pd, potrebbe presentarne una che tenga unita la coalizione, compresa la minoranza Dem.

L’iniziativa di SI è un po’ anomala, dato che le mozioni sono degli atti di indirizzo rivolti al governo. Il dispositivo della mozione della sinistra, invece, parte da un altro presupposto dando un indirizzo alla Camera alla quale chiede l’impegno diretto a modificare l’Italicum. Una procedura inusuale rispetto alla classica proposta di legge e alla richiesta di una sua calendarizzazione nella quota che spetta all’opposizione.

Per quanto riguarda i contenuti, la mozione (presentata il 28 giugno scorso), prende spunto dai due ricorsi alla Corte costituzionale presentati dai Tribunali di Torino e Messina, secondo i quali l’Italicum è incostituzionale in due punti: nelle modalità di attribuzione del premio di maggioranza e nelle multicandidature.

La mozione nella premessa sposa queste tesi, e nel dispositivo impegna la Camera a “ad esaminare e deliberare in merito a una riforma della legge 6 maggio 2015, n. 52 (l’Italicum ndr), al fine di eliminare dalla nuova disciplina elettorale tutti gli evidenti profili di incostituzionalità illustrati in premessa”.

Ovviamente i partiti di maggioranza che hanno votato l’Italicum non potranno votare una mozione che ne afferma “gli evidenti profili di incostituzionalità”. Potrebbe votarla la minoranza del Pd, che critica l’Italicum, tanto è vero che nel maggio 2015 non votò la fiducia posta su esso dal governo.

Il segretario del Pd e premier Matteo Renzi ha aperto a modifiche, richiesta anche dai partiti più piccoli della maggioranza. Quindi non è escluso che il capogruppo Dem, Ettore Rosato, insieme agli altri della maggioranza, possa presentare un proprio documento che inviti la Camera a valutare la possibilità di aprire il confronto, ma solo alla luce della pronuncia della Corte Costituzionale il 4 ottobre.

La maggioranza del Pd ha anche l’esigenza di evitare che la minoranza si “sfili” e voti in modo difforme. Il 20 settembre sono così previste riunioni di gruppo del Pd e di Ap. Quanto al M5s, Danilo Toninelli ha spiegato che non voterà la mozione: “Ma vi pare – ha osservato – che mentre i giudici della Corte Costituzionale stanno studiando le carte per decidere sull’Italicum, noi mischiamo quelle carte? E’ un modo per tirar loro la giacca”.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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