Prossimamente in Venezuela una delegazione del Parlamento italiano

NEW YORK – “Noi pensiamo che il dialogo politico debba essere il cammino da percorrere per trovare una soluzione e lavoreremo per favorirlo. Io stesso ho in programma una visita al Parlamento venezuelano. Abbiamo contatti col governo e col Parlamento e un pensiero fisso che è quello rivolto ai nostri connazionali che oggi subiscono le conseguenze di una crisi economica drammatica”. Lo ha affermato alla “Voce” il senatore Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri della Camera Alta. Quindi, è in preparazione la visita di una commissione parlamentare italiana, per ribadire l’importanza di un’Assemblea Nazionale nell’ambito di un sistema democratico.
– A prescindere da qualsiasi cosa capitata fino ad oggi – ha aggiunto il senatore Casini -, noi ribadiamo che senza la volontà del Parlamento che rappresenta la maggioranza dei venezuelani, non sarà possibile trovare una soluzione. Per questa ragione, lavoriamo affinché all’Assemblea del Venezuela sia riconosciuta quella autorevolezza che è condizione necessaria per un accordo politico.
Il senatore Pier Ferdinando Casini, assieme al deputato Fabrizio Cicchitto e ad altri esponenti del Parlamento, ha partecipato ai lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu, durante la quale l’Italia, rappresentata dalla delegazione presieduta dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, è stata particolarmente attiva. Le sue dichiarazioni alla Voce sono avvenute durante l’incontro del ministro e dei parlamentari con la nostra Comunità di New York.

gentiloni

Nella sede del Consolato Generale, al numero 690 dell’elegante Park Avenue, il capo della diplomazia italiana è stato accolto dal Console Generale, Francesco Genuardi, dai membri del Comites e da una variegata rappresentanza della Collettività composta da esponenti della vita culturale, delle scuole e del mondo economico.
Il Console Generale, prima di cedere la parola al ministro Gentiloni, ha posto l’accento sull’importanza della comunità che si è inserita, “grazie al proprio lavoro e alle proprie capacità, nel tessuto sociale, culturale ed economico della città”. E ha precisato che “tutti sono accomunati da un fortissimo legame con l’Italia, da un grande, crescente orgoglio per quello che siamo come paese” e per quello che l’Italia sta “cercando di essere anche sullo scenario internazionale”.
Dal canto suo, il ministro Gentiloni si è subito soffermato sull’importanza che, nel “disordine mondiale e nella mancanza di capacità di una o due superpotenze di mantenere il mondo un po’ sotto controllo”, assume l’Organizzazione delle Nazioni Unite.
– Credo che il fatto che parlamentari e rappresentanti del Governo e di altri ministeri abbiano dedicato una intera settimana agli incontri di New York sia una dimostrazione di questa importanza – ha detto il numero uno della nostra diplomazia -. Sentiremo il peso delle Nazioni unite nei prossimi anni più di quanto lo abbiamo sentito fino alla fine del secolo scorso. Il mondo – ha aggiunto – ha bisogno di punti di riferimento, di organismi nei quali si eserciti la multilateralità.

Il ministro ha precisato che, nel corso della settimana, il Paese “ha partecipato a tutti i tavoli di discussione su tutte le crisi possibili e immaginabili nel mondo”, e che l’Italia ne ha anche organizzato uno sulla Libia che ha ottenuto un ottimo risultato, nonostante le diverse iniziative che si svolgevano in parallelo.
Ha spiegato che a prendere il sopravvento è stato il tema migratorio e che probabilmente questa 71esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite sarà ricordata come quella in cui il presidente Barack Obama ha fatto il suo ultimo discorso all’Onu, a conclusione di un doppio mandato che, ha commentato il diplomatico, “in una qualche misura lo consegnerà alla storia non solo per essere stato il primo Presidente di colore ma per le tante cose che è riuscito a fare e per il messaggio lanciato in tema di emigrazione”.
– Tra Italia e Stati Uniti siamo in luna di miele – ha affermato -. Speriamo che duri. Tra i due paesi c’è un rapporto di grandissima collaborazione e solidarietà. Il segretario di Stato, in una settimana tanto impegnativa, è riuscito a trovare il tempo per consegnare un premio al premier Matteo Renzi; a stare con me a cena e a spendere parole molto importanti sull’Italia.
Ha aggiunto che “il prossimo 18 ottobre, alla Casa Bianca, il presidente Obama farà l’ultima cena di Stato” e questa “sarà dedicata al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al nostro Paese”.
– Vi assicuro che non è un riconoscimento formale – ha sottolineato -. E’ il riconoscimento a un paese che negli ultimi 70 anni ha mostrato coerenza nella propria politica estera, sia europeista sia atlantica. Tornerò il 18 settembre – ha concluso – per questo bellissimo appuntamento alla Casa Bianca e vi assicuro che lo farò ancora molto spesso perché tenere alto il nome dell’Italia negli Stati Uniti e in particolare a New York è una cosa talmente bella che vale la pena ripeterla tantissime volte.
Alla fine del suo intervento, il ministro si è intrattenuto e ha conversato con gli esponenti della nostra comunità di New York.
Mauro Bafile

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