Colombia: firmata storica pace fra governo e Farc

Firma dell'accordi di pace pace fra governo e Farc.Immagine d'archivio.
Firma dell'accordi di pace pace fra governo e Farc.Immagine d'archivio. (Ansalatina)
Colombia: firmata storica pace fra governo e Farc (foto Telesurtv.net)
Colombia: firmata storica pace fra governo e Farc (foto Telesurtv.net)

BOGOTA’. – Juan Manuel Santos, presidente della Colombia, e Rodrigo Lodrono, detto Timochenko, comandante delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) hanno firmato oggi un accordo di pace che pone fine a 52 anni di guerra nel paese sudamericano. Ieri l’Unione Europea aveva tolto le Farc dalla ‘lista nera’ delle organizzazioni terroristiche. Tra i presenti alla firma l’Alto Rappresentante Federica Mogherini e il segretario dell’Onu Ban-Ki-Moon, 15 presidenti e 27 ministri degli Esteri.

Nella giornata nella pace in Colombia, il primo segno concreto di riconciliazione lo ha dato l’Unione Europea, che ha annunciato la sospensione delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) dalla sua lista di organizzazioni terroristiche. “La Colombia manda un messaggio di pace. L’Ue dà il suo appoggio e sospende le Farc dalla lista delle organizzazioni terroristiche”: con questo messaggio su Twitter l’Alto Rappresentante Federica Mogherini – che si trova a Cartagena de las Indias, dove è stato firmato l’accordo fra governo e guerriglia – ha annunciato la decisione presa a Bruxelles.

Per l’occasione, lo splendido centro storico di Cartagena, sulla costa caraibica della Colombia, si è svegliato quasi sotto assedio militare. La presenza di 15 presidenti, 27 ministri degli Esteri, il segretario dell’Onu e le massime autorità delle principali organizzazioni regionali e multilaterali ha portato le autorità ad attivare un dispositivo di sicurezza senza precedenti.

Nelle ore precedenti alla cerimonia della firma, svoltasi nel cortile centrale del Centro di Conferenze di Cartagena, sono stati gli illustri invitati esteri ad attrarre l’attenzione dei media. Dopo tutto, centinaia di giornalisti sono stati accreditati per l’evento.

Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha incontrato un gruppo di guerriglieri smobilitati delle Farc, così come rappresentanti delle vittime di un conflitto durato più di mezzo secolo, per ribadire l’impegno di Washington per assistere nella delicata fase di implementazione dell’accordo: 660 milioni di dollari.

Anche il ministro degli Esteri canadese, Stéphane Dion, ha annunciato che il suo governo sosterrà economicamente la Colombia nella fase post-trattato, promettendo circa 16 milioni di dollari, in aggiunta ai 50 già annunciati nel luglio scorso per “costruire la pace sostenibile”, e particolarmente per lo smantellamento dei campi di mine seminate dalle Farc.

Da parte sua, il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin, ha presieduto una cerimonia liturgica per la riconciliazione nazionale nella storica chiesa di San Pietro Clavier, durante la quale ha pregato perché “la Colombia impari a dare sollievo al dolore di tanti dei suoi abitanti, per costruire un futuro migliore e ricostruire la dignità di coloro che hanno sofferto e soffrono ancora”.

Non tutti, però, si sono associati al clima di festa per la pace e la riconciliazione. L’ex presidente Alvaro Uribe, strenuo difensore del voto per il “no” nel referendum sull’accordo che si svolgerà domenica prossima, è sfilato oggi in testa a un corteo a Cartagena per respingere quella che definisce “una resa”. Accompagnato da poche decine di militanti – le misure di sicurezza non permettevano mobilitazioni di massa – Uribe ha denunciato quello che secondo lui è “un accordo-tradimento, che garantisce l’impunità a un gruppo di delinquenti che si sono dedicati per anni al traffico di droga, il sequestro, lo stupro e il reclutamento di minorenni”.

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