Governo difende il Def, martedì Padoan torna in Parlamento

Governo difende Def, martedì Padoan torna in Parlamento
Governo difende Def, martedì Padoan torna in Parlamento
Governo difende Def, martedì Padoan torna in Parlamento

ROMA. – Il governo non arretra. Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan appaiono inamovibili nella difesa dell’ambizioso 1% di crescita 2017, ma le rassicurazioni non bastano ancora a convincere il Parlamento. Di fronte ai dubbi tecnici e alla polemica politica nata intorno alla Nota di aggiornamento del Def, l’esecutivo conferma ancora una volta le nuove stime macroeconomiche su cui si incardinerà la prossima manovra di bilancio.

Ma il ministro dell’Economia dovrà comunque tornare in audizione davanti a deputati e senatori della Commissione Bilancio martedì prossimo, sperando nel frattempo che le possibili integrazioni alla Nota di aggiornamento al Def e il Documento programmatico di bilancio che il Tesoro si appresta a presentare il 17 ottobre a Bruxelles possano persuadere l’Ufficio parlamentare di bilancio a cambiare idea e a validare il testo.

“I numeri che produciamo sono basati su una valutazione attenta degli impatti, non su fantasia, né su aspettative irrealizzabili. Sono aspettative realizzabili”, ha insistito ancora una volta Padoan. Il premier ha assicurato che ”nella legge di Stabilità ci saranno misure economiche, nessuno choc fiscale ma piccoli passettini sì. Continueremo il percorso finora fatto”.

Renzi poi minimizza le critiche tecniche: “Come sempre a ottobre gli esperti ci dicono che le nostre misure non hanno copertura e i numeri non tornano. Rispetto le loro tesi ma abbiamo sempre trovato le coperture, smentendo le previsioni negative: continueremo a farlo”. Nessuna “revisione” in arrivo dunque, anche se politicamente il punto resta per il governo nevralgico.

Gli animi delle opposizioni, già scaldati dalla bocciatura dell’Upb, dalle prospettive tutt’altro che rosee sul terzo trimestre arrivate dall’Istat e dai rilievi espressi da Bankitalia – che ha chiesto un nuovo slancio sugli investimenti e un rafforzamento dello sforzo sulle riforme -, continuano ad agitarsi. Tanto che, proprio come prevede la legge sul pareggio di bilancio che ha istituito l’Upb, la Commissione Bilancio della Camera ha chiesto e ottenuto che il ministro dell’Economia torni a riferire in audizione, completando le informazioni rese note finora con apposite integrazioni.

Sarà quella l’occasione nella quale il Mef potrebbe quindi fornire a breve dei dettagli in più sull’impatto delle prossime misure della manovra sulla crescita, senza però poter svelare con troppo anticipo i particolari degli interventi della legge di bilancio vera e propria, che arriverà sul tavolo del cdm alla fine della prossima settimana, il 14 o al massimo sabato 15 ottobre.

Alleggerendo i toni, la minoranza Pd assicura con Roberto Speranza che il voto sul Def, slittato a mercoledì 12 proprio per avere il tempo di riascoltare Padoan, non è in discussione, anche se la posizione dell’Upb “rende indispensabile un momento di chiarimento da parte del governo”.

In realtà il giudizio dell’Ufficio di bilancio, pur avendo scatenato la polemica, non è tecnicamente determinante ai fini del voto parlamentare. Valida invece il Documento Programmatico di Bilancio che viene inviato in Europa. Ed è quindi questo il documento che potrebbe contenere modifiche rispetto alla nota di aggiornamento del Def, per esempio spingendo il deficit verso il 2,4%, che giustificherebbe una crescita programmatica all’1%.

Nuovi spunti su quali tasti pigiare per rilanciare la crescita sono arrivati di nuovo da Bankitalia. “Pur nell’ambito di spazio di manovra ridotto in cui la politica di bilancio si trova oggi a operare – ha affermato il vice-direttore generale di Bankitalia, Fabio Panetta – è necessario proseguire una politica orientata allo sviluppo, in particolare alleggerendo ulteriormente il peso delle imposte sui fattori della produzione”.

Ha poi sollecitato investimenti, pubblici e privati, ”attraverso uno sforzo condiviso dell’intera comunità nazionale”.

Sul fronte dei dati macro arriva intanto la nota positiva delle entrate, aumentate del 3,6% nei primo otto mesi dell’anno, e la fiducia dei mercati dimostrata, secondo Padoan, dalla buona accoglienza del Btp a 50 anni lanciato ieri. Ma dallo stesso titolare del Tesoro e dal suo collega allo Sviluppo economico, Carlo Calenda, arriva però anche un vero allarme sul commercio mondiale. Calenda prefigura “un crollo” l’anno prossimo, mentre Padoan parla senza mezzi termini di un andamento “pauroso”.

(di Mila Onder/ANSA)