Renzi, niente paura ma ultima occasione. Scontro con D’Alema

Renzi,no paura ma ultima occasione.Scontro con D'Alema
Renzi,no paura ma ultima occasione.Scontro con D’Alema

ROMA. – Matteo Renzi sfoggia ottimismo sull’esito del referendum e, pur sapendo che si tratta di una “partita non facile” confida nel voto degli italiani. “Non ho paura dei miei concittadini e della democrazia” annuncia il premier convinto che “il buon senso e la saggezza prevarranno” e che “ci sarà un fracco di gente della Lega e di M5s che voterà sì”. Tutti tranne Massimo D’Alema: lui, ironizza il premier “non lo convinciamo”.

E’ lui ormai l’alfiere della battaglia per il No e che, dopo il tentativo di Matteo Renzi di spersonalizzare il voto, ha paradossalmente assunto il volto dell’antagonista. L’ex premier torna ad attaccare la riforma, parla di un quesito “chiaramente propagandistico” e prospetta un ulteriore “arretramento” del partito nel caso di una vittoria del Sì perché il Pd, afferma, diventerebbe sempre di più il “partito di Renzi”. Tuttavia, assicura, “non ho né desideri né propensioni a promuovere scissioni”.

Un attacco a cui replica duro il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, definendo D’Alema un uomo “accecato dalla rabbia e dall’odio personale per non aver ottenuto la sua poltroncina”. Ma non è solo sulla dialettica contrapposta tra i due fronti referendari che si gioca la partita. Si è saputo che la decisione del Tar del Lazio sul ricorso presentato da M5s e Sinistra Italiana sul quesito referendario sarà presa a metà ottobre. Attorno al 20 si esprimerà anche un altro tribunale, quello civile di Milano.

Tre sono le possibilità di decisione del tribunale amministrativo: confermare il provvedimento di indizione del referendum, annullarlo potendo anche dare indicazioni su eventuali cambiamenti nel quesito oppure dichiararsi incompetente sulla materia. Soluzione, questa, su cui punta l’avvocatura dello Stato che si è costituita nel giudizio per conto della Presidenza del Consiglio. E che nel merito cercherà invece di sostenere l’assenza di un obbligo di legge nell’indicare nel quesito referendario gli articoli della Costituzione che vengono toccati dal referendum.

I 5 Stelle invece confidano nel loro ricorso che, dicono, non è un’azione improvvisata. “Andiamo avanti. Abbiamo fiducia nella magistratura” assicura Luigi Di Maio che chiede di andare al più presto al voto nel caso in cui dovesse vincere il No e ripete: “Toglietevelo dalla testa. Il M5s non farà parte di un governo di scopo”. Ma nello scontro gli argomenti del governo e dei 5 Stelle sono esattamente antitetici: “se vince il No dopo sarà difficilissimo cambiare” sostiene Renzi. “Votare Sì significa rendere irreversibile questa riforma” replica Di Maio.

Ma intanto si alza il tifo dalle tribune. Rinnova un convinto sostegno per il Sì il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia ed anche il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, pur non parlando di referendum, annuncia di voler sostenere “gli sforzi di Renzi” contro la “minaccia populista”. E uniscono il fronte 5 Stelle e D’Alema contro quella che definiscono una riforma dettata dalla JP Morgan. “Gli altri urlano e insultano noi rispondiamo con il sorriso” replica a tutti Matteo Renzi che chiama ad uno sforzo finale contro le “tante bugie raccontate su questa riforma”. Lo sprint arriverà dalla Leopolda, da dove, tra il 4 e il 6 novembre, verrà lanciata l’ultima fase della campagna elettorale per il Sì.

(Di Francesca Chiri/ANSA)

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