Argentina: donne in “sciopero” contro il femminicidio

Donne in "sciopero" contro il femminicidio
Argentina: donne in "sciopero" contro il femminicidio
Argentina: donne in “sciopero” contro il femminicidio

BUENOS AIRES. – Migliaia di donne argentine, vestite completamente di nero, hanno incrociato le braccia per un’ora, nella prima delle manifestazioni previste per la giornata di protesta contro il femminicidio coordinata dall’associazione “Ni Una Menos” (Nemmeno una meno). Molte delle donne venute a lavorare nel centro di Buenos Aires indossavano i colori del lutto per ricordare tutte le vittime dell’omicidio al femminile, un fenomeno sociale che non si è riuscito finora a ridurre, malgrado l’importante mobilitazione sociale.

Alle 13 (le 18 in Italia) migliaia di donne sono uscite da uffici e negozi del centro e dalle strade hanno applaudito, in segno di solidarietà con la protesta. Amministrazioni pubbliche ed uffici privati, non c’era alcuna differenza: una marea femminile in nero ha fatto sentire la sua voce.

Malgrado la pioggia che cade da ieri sulla capitale argentina, le responsabili di Ni Una Menos sperano di riunire almeno qualche decina di migliaio di manifestanti alle 17 (le 22 in Italia) per una concentrazione intorno all’obelisco che segna il centro della città, che diventerà poi un corteo verso la Plaza de Mayo, dove si trova la Casa Rosada, sede della presidenza del paese.

La protesta ha ottenuto un riconoscimento inatteso, quello della presidente cilena, Michelle Bachelet, che dalla sua pagina di Twitter si è associata all’iniziativa, con un messaggio nel quale dedicava la giornata a una bambina di 10 anni uccisa dal patrigno nel suo paese, Florencia Aguirre, e alla 16enne stuprata ed uccisa a Mar del Plata, sulla costa argentina, Lucia Perez.

Le statistiche ufficiali indicano che dal 2008 c’è stato un aumento del 78% dei femminicidi, ma secondo gli specialisti questa cifra indica soprattutto che omicidi che prima non erano denunciati ora arrivano a conoscenza della giustizia penale.

Quello che preoccupa le associazioni femministe è che le statistiche non registrano alcuna riduzione dei casi di violenza estrema contro le donne, che si aggirano da tre anni intorno ai 270 casi l’anno: nel 2016 sono già 226. Una serie di crimini particolarmente orribili che si sono succeduti durante questo mese – 19 casi negli ultimi 18 giorni, uno ogni 23 ore – hanno però scosso l’opinione pubblica e preoccupato settori femminili finora indifferenti, nonché un numero importante di uomini che vogliono respingere la cultura maschilista che rende possibile il femminicidio.

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