Luis Almagro e Felipe González sorpresi per la decisione del Cne

Luis Almagro e Felipe González sorpresi per la decisione del Cne
Luis Almagro e Felipe González sorpresi per la decisione del Cne
Luis Almagro e Felipe González sorpresi per la decisione del Cne

CARACAS – Luis Almagro, Segretario Generale della Osa, e Felipe González, ex premier spagnolo. Due personalità del mondo político assai diverse. Il primo è stato ministro degli Esteri dell’Uruguay, durante il governo del presidente “Pepe” Mujica; il secondo è stato Segretario del Partido Socialista Obrero Español, dal 1974 al 1997, e terzo presidente del Consiglio spagnolo, dal 1982 al 1996. Eppure, ambedue coincidono nel manifestare sorpresa per la decisione del Consiglio Nazionale Elettorale di sospendere l’attesa raccolta del 20 per cento delle firme per esigere il Referendum per destituire il capo dello Stato, Nicolás Maduro.

Luis Almagro, segretario generale dell’Osa, in dichiarazioni al “Diario de las Américas” di Miami, ha affermato che in Venezuela è giunto il “momento delle azioni concrete”.

Almagro ha invitato la comunità internazionale a non demordere nella ricerca di meccanismi che permettano di ristabilire la democrazia nel Paese e all’opposizione venezuelana a mostrarsi omogenea e compatta.

– E’ sempre piú evidente – ha commentato – l’ingerenza del governo nel resto dei poteri dello Stato attraverso la Corte che modifica e annulla ogni iniziativa del Parlamento.

Dal canto suo, l’ex presidente del Consiglio spagnolo, Felipe González, ha considerato una nuova irregolarità la decisione di sospendere la raccolta del 20 per cento delle firme e ha sottolineato che il presidente Maduro “afferma di parlare a nome del popolo ma poi non permette a questo popolo di esprimersi attraverso le urne”.

– E’ evidente – ha detto il noto leader spagnolo – il desiderio del presidente Maduro di non permettere nessun tipo di elezione o referendum. I fatti, d’altronde, sono coerenti con quanto ha affermato. E cioè che le elezioni non rapprersentano una priorità.

González, conversando con il collega Miguel Rondón, si è chiesto:
– Cosa teme Maduro? Di cosa ha paura?

Felipe González, quindi, ha criticato aspramente la passivitá della comunità internazionale.
– Per Maduro – ha commentato – la democrazia è tale solo quando gli dà la ragione

Ha quindi concluso:
– Non ci puó essere dialogo se non si rispettano la Costituzione e le leggi del paese.