Renzi, la manovra non cambia. Padoan, Ue non è scettica

Renzi, la manovra non cambia. Padoan, Ue non è scettica
Renzi, la manovra non cambia. Padoan, Ue non è scettica
Renzi, la manovra non cambia. Padoan, Ue non è scettica

BRUXELLES. – Dopo la due giorni di Bruxelles Renzi non cambia la sua posizione sulla manovra 2017 e continua a difenderne la bontà perché l’importante è dare “un segnale ai cittadini, non alle tecnocrazie di Bruxelles”. Il premier non ha avuto il faccia a faccia che ci si attendeva con il presidente della Commissione Jean Claude Juncker e tira dritto per la sua strada: “La legge di bilancio non si cambia, se l’Ue avrà osservazioni da fare, ascolteremo”.

Un piccolo passo avanti, magari solo simbolico, però c’è: le conclusioni del vertice europeo riconoscono lo sforzo dei Governi in prima linea sul fronte migranti, come da richiesta italiana. Potrebbe tornare utile in sede di confronto con Bruxelles sui numeri della manovra, visto che si chiede proprio il riconoscimento delle spese ‘eccezionali’ per migranti e terremoto.

E anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan rassicura: “Il dialogo continua, la Commissione non ha espresso nessuno scetticismo”. Ma la situazione dei conti pubblici italiani resta sempre sotto osservazione, nonostante la determinazione di Renzi e Padoan. E la Commissione aveva fatto conoscere i suoi dubbi già dopo l’aggiornamento del Def: i suoi numeri non combaciano con le aspettative europee, aveva detto il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, chiedendo all’Italia uno sforzo in più.

Si tratta di mettere mano all’aggiustamento strutturale, assente nella bozza di legge di bilancio presentata il 17 ottobre, e invece necessario come indica la lettera inviata all’Italia lo scorso maggio. Bruxelles è disposta ad accettare un deficit nominale in salita al 2,2%-2,3%, purché vi sia almeno un miglioramento dello 0,1% sul saldo calcolato al netto del ciclo e delle una tantum.

Non è solo questione di ‘zerovirgola’, come li definisce spesso Renzi, perché i dubbi riguardano anche la natura troppo ‘incerta’ di alcune coperture, come quelle di ‘voluntary disclosure’ e lotta all’evasione. Se prima del summit europeo ci si poteva attendere un confronto direttamente con Juncker per spianare la strada alla manovra che, con questi numeri, rischia una bocciatura, dopo il summit Renzi ha fugato ogni dubbio: “Questa manovra ha il deficit più basso degli ultimi dieci anni: gli sforzi li stiamo facendo”, e ha ribadito che la “sostanza delle misure” non cambierà.

Potrebbe essere una porta aperta verso eventuali modifiche almeno di forma, che potrebbero consentire di trovare spazi nelle pieghe del bilancio da dedicare al consolidamento dei conti. Ma il margine di trattativa è tutto da dimostrare. Il dialogo con Bruxelles quindi continua, spiega Padoan a margine di una conferenza a Francoforte, ricordando che si è nel mezzo di una “procedura che si svilupperà nei prossimi giorni, di valutazione puntuale e specifica delle varie misure”.

Il ‘contrappunto’ tra Italia e Ue Padoan se lo aspetta, ma è convinto che il Governo abbia le carte in regola perché fa quello che deve “per il bene dell’Italia e per il rispetto delle regole europee”. Poi, “sulla base di questo si discute, si convince, si scambiano opinioni”.

In particolare, l’Italia vuole convincere la Commissione a considerare migranti e terremoto ‘circostanze eccezionali’ che hanno impedito di realizzare quegli sforzi richiesti in circostanze normali. Non si tratta quindi di altra flessibilità, precisa Renzi, per nulla spaventato dall’idea di una possibile lettera Ue già lunedì: “Tutti gli anni arriva una lettera, c’è una discussione e tutti scrivete ‘chissà se l’Italia ce la farà ad avere il via libera della Ue. Ma ricordo che il nostro deficit è poco sopra il 2 e in Francia è il 3”. Senza contare, aggiunge il premier, che anche un Paese rigoroso come la Germania non rispetta le regole europee a causa del surplus commerciale troppo elevato.

(di Chiara De Felice/ANSA)