Sisma: 2 mesi dopo via le tende, arrivano 15 milioni per le scuole

Rescue teams continue their operations in the rubble of the largely destroyed Lazio mountain village of Amatrice, Italy, 1 September 2016. A devastating 6.0 magnitude earthquake early morning 24 August left a total of 293 dead, according to official sources. ANSA/ ALESSANDRO DI MEO
Rescue teams continue their operations in the rubble of the largely destroyed Lazio mountain village of Amatrice, Italy,  1 September 2016. A devastating 6.0 magnitude earthquake early morning 24 August left a total of 293 dead, according to official sources. ANSA/ ALESSANDRO DI MEO
Rescue teams continue their operations in the rubble of the largely destroyed Lazio mountain village of Amatrice, Italy, 1 September 2016. A devastating 6.0 magnitude earthquake early morning 24 August left a total of 293 dead, according to official sources. ANSA/ ALESSANDRO DI MEO

ANCONA. – Due mesi dopo il disastroso terremoto del 24 agosto che ha provocato quasi 300 morti e miliardi di danni, le tendopoli sono state chiuse e “nessuno dorme più nelle tende”. L’annuncio dal capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, mentre poco prima il commissario straordinario Vasco Errani aveva parlato di “pochissime persone”, ma si tratta in realtà di casi isolati, che per motivi specifici sono in tenda, in genere per rimanere vicino a campi o allevamenti.

E sempre oggi, arrivano i promessi stanziamenti per le scuole dei Comuni colpiti dal sisma: 15,6 milioni di euro, rende noto il ministro Stefania Giannini.

Messe via le tende, per le popolazioni terremotate si apre l’orizzonte temporale per avere la casette, o Sae, (Soluzioni abitative emergenziali) dove abiteranno fino al completamento della ricostruzione e al ritorno nelle loro case vere, un periodo stimato in circa 4 anni.

“Abbiamo indicato la primavera come termine per la consegna delle casette ai terremotati – ha detto Errani – ma lavoriamo per rendere possibile un’accelerazione. Non è escluso che la consegna possa essere anticipata rispetto alle previsioni”. Sui tempi, ha spiegato Curcio, incide l’individuazione delle aree dove verranno realizzati i villaggi. C’è chi lo ha già fatto, “Umbria e Lazio sono partiti, una quota parte delle Marche parte in settimana”.

Per gli altri un prolungamento dei tempi nella determinazione delle aree, che debbono avere determinate caratteristiche geomorfologiche e che vanno urbanizzate con allacci per elettricità, acqua, gas, fogne, ma anche con strade e marciapiedi, potrebbe tradursi in uno “slittamento”.

Curcio stima che al momento “il fabbisogno sia di 800-900 casette”, un numero comunque in evoluzione, ed elogia le caratteristiche tecniche delle Sae, “emergenziali” solo nel nome, tanto che “in altre latitudini” sarebbero considerate abitazioni tout court.

E il capo della Protezione civile approfitta per sottolineare che i costi per la fornitura “sono paragonabili a quelli di altre emergenze e includono arredamento e manutenzione per 4 anni”. Sbagliato e “non sostenibile” quindi paragonare il costo delle casette ai valori immobiliari.

Per quanto riguarda le scuole, l’edilizia fa la parte del leone con 3,5 milioni stanziati per finanziare indagini diagnostiche dei solai e controsoffitti delle scuole, più 4,1 milioni per interventi di carattere strutturale e di adeguamento a norma degli edifici scolastici più colpiti dal sisma e altri 3,8 milioni per interventi di adeguamento sismico delle scuole delle 4 regioni colpite. Oltre 4,2 milioni sono destinati invece all’offerta formativa. Intanto si avvia il percorso della ricostruzione sotto il profilo istituzionale e legislativo.

I presidenti dei Consigli regionali di Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo si sono incontrati con la presidente della Camera Laura Boldrini e con Curcio. Obiettivo: studiare iniziative comuni, modifiche ed eventuali miglioramenti da trasferire nel testo del decreto legge, ora incardinato al Senato. Quando arriverà alla Camera – ha promesso la presidente Boldrini – “i presidenti dei Consigli verranno in Commissione per essere auditi”.

Un modo per rimarcare, ancora una volta, la vicinanza delle istituzioni ai territori colpiti dal sisma. Per questo la Boldrini ha invitato i terremotati al Concerto di Natale del 16 dicembre: saranno loro “a riempire l’aula di Montecitorio”.

(di Alessandra Massi/ANSA)

Lascia un commento