Virus che prendono in ostaggio dispositivi e chiedono riscatto, Italia quarta in Ue

Virus che prendono in ostaggio dispositivi e chiedono riscatto ------------------------------------------------------------------------------------------
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Virus che prendono in ostaggio dispositivi e chiedono riscatto
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ROMA. – Sono aumentati in modo esponenziale gli attacchi ‘ransomware’, quelli cioè che prendono in ostaggio dispositivi mobili e computer, e per riavere il contenuto bisogna pagare un riscatto. L’Italia ha scalato la classifica dei paesi più minacciati dagli hacker, diventando il quarto paese Ue nel mirino e il quarantunesimo a livello mondiale.

E’ l’analisi della società di sicurezza Check Point Software Technologies, relativa a settembre, che ha analizzato le varianti di ‘malware’ più diffuse abbattutesi sulle reti delle aziende. Nel nostro paese, ad esempio, tra le minacce più diffuse ci sono ‘Conficker’ e ‘Locky’.

Il primo consente ai criminali informatici di effettuare operazioni da remoto e download di virus per cui i dispositivi infettati vengono controllati da reti di computer (usati ad insaputa dei proprietari) chiamate ‘botnet’.

Nel secondo caso si tratta di un software ransomware che ha iniziato a circolare nel febbraio 2016 e si diffonde soprattutto con e-mail di spam: una volta aperte scaricano un virus che crittografa tutti i file dell’utente e li prende in ostaggio.

Sotto la pressione di questi attacchi, l’Italia ha scalato la classifica dei paesi più minacciati salendo di ben 7 posizioni nell’arco di un solo mese.

A livello globale, Conficker è stata la variante più diffusa di ransomware (responsabile del 14% degli attacchi rilevati); al secondo posto si piazza Sality (resta latente in un sistema fino a che non installa nuovi ‘virus malware’) causa del 6% delle ‘infezioni’; sempre al 6% anche l’emergente Locky.

In totale – secondo Check Point Software Technologies – le 10 varianti più comuni di questi software di estorsione hanno causato il 50% di tutti gli attacchi di cui la società è venuta a conoscenza. “La crescita continua dei ‘ransomware’ è la dimostrazione del fatto che molte aziende sono disposte a pagare il riscatto per riavere le proprie informazioni più riservate, quindi, sono diventati un mezzo interessante e lucrativo per i cyber-criminali”, sottolinea infine Nathan Shuchami, di Check Point.