Fabio Porta e Eugenio Marino, preoccupano le condizioni dei prigionieri politici

Porta e Marino durante la conferenza stampa. ------------------------------------------------------------------------------------------
Porta e Marino durante la conferenza stampa.
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CARACAS – E’ mancato il contatto con la Collettività. E questa sicuramente l’avrebbe gradito, visto che l’on. Fabio Porta è stato uno degli artefici, assieme al Senatore Claudio Micheloni, ai Patronati e al nostro Ambasciatore Mignano del trionfo dei nostri pensionati, che dal primo gennaio potranno ricevere una pensione decente.

Ma, in cambio, la brevissima permanenza del deputato eletto nella circoscrizione America Meridionale e di Eugenio Marino, esponente del Partito Democratico, responsabile nazionale Pd per gli Italiani nel mondo, è stata fitta d’incontri con esponenti del mondo politico venezuelano, in particolare del Tavolo dell’Unità.

Un lungo colloquio, l’on. Porta e Marino l’hanno avuto con il deputato dell’Assemblea Nazionale Luis Stefanelli, presidente del “Grupo Interparlamentario de la Amistad Venezuela-Italia”, che ha illustrato la sua visione della crisi economica e istituzionale del Paese.

Particolarmente interessante è stato l’incontro con le famiglie dei prigionieri politici. Numerose madri, mogli, fratelli e sorelle di coloro che oggi sono rinchiusi nelle carceri del Paese, nelle celle e nella temibile “Tumba” della Polizia Politica hanno esposto i loro sentimenti i loro timori e illustrato le condizioni disperate in cui vivono i loro cari. Porta e Marino hanno ascoltato in silenzio.

Gli esponenti del Pd hanno espresso particolare preoccupazione per la situazione di alcuni cittadini con passaporto italiano in prigione presumibilmente per aver espresso le loro opinioni, come ad esempio il giovane Alejandro Puglia, che avrebbe fatto volare un drone durante una manifestazione del Tavolo dell’Unità, e la signora Betty Grossi, madre di famiglia.

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Destano preoccupazione anche le situazioni di Raul Emilio Baduel, figlio del Generale Baduel che liberò l’estinto presidente Chávez prigioniero nell’isola La Orchila, e il giovane avvocato del Foro Penale, l’italo-argentino Marcello Crovato.

– Il Venezuela – ha detto Eugenio Marino alla Voce, attimi dopo l’incontro con le famiglie dei prigionieri politici – è un paese diviso, diviso tra Governo e Parlamento, tra Governo e Opposizione. Il Venezuela è un paese con profondi problemi di carattere economico e sociale che tendono ad aggravarsi. Il rinvio del Referendum peggiora la situazione. Abbiamo ascoltato le testimonianze delle famiglie dei prigionieri politici. Ci sembra eccessivo che si mantengano in prigione per aver espresso le loro opinioni. In un paese democratico si arresta solamente una persona pericolosa o che abbia commesso un delitto grave e si teme la sua fuga.

Dal canto suo, l’on. Porta ha assicurato che il Parlamento italiano segue con molto interesse quanto accade in Venezuela ed esprime tristezza e preoccupazione per la sospensione del Referendum.

In questi giorni, Carlo Vecchio e Isadora Zubillaga, esponenti del partito Voluntad Popular, il cui leader Leopoldo López si annovera tra i prigionieri politici in Venezuela, hanno incontrato una delegazione del gruppo del Pd al Senato, integrata dal presidente Luigi Zanda, dal vicepresidente e dal capogruppo in commissione Esteri Paolo Corsini e Gian Carlo Sangalli, e dal presidente della Commissione diritti umani Luigi Manconi.

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In una nota diffusa dal gruppo Dem al Senato si spiega che “nell’illustrare la grave crisi economica, sociale e politica del Venezuela i due esponenti hanno rilevato la ripetuta violazione dei diritti umani e l’esautoramento, di fatto, del Parlamento”.

Il comunicato prosegue affermando che “la delegazione del Pd ha preso informazioni sulle condizioni dei 109 prigionieri politici – di cui 12 europei – e sulla situazione di isolamento di Leopoldo López nelle carceri venezuelane e ha acquisito tutta la documentazione internazionale circa le posizioni assunte sia dal Parlamento europeo che dall’internazionale socialista oltre che dalle organizzazioni per i diritti umani”.

La nota conclude segnalando che i senatori del Pd hanno “assicurato il loro impegno nelle commissioni Esteri e Diritti umani del Senato per avviare il dibattito sulla grave crisi umanitaria, economica e politica del Venezuela”.