Procura di Genova: da intercettazioni emergono contatti con criminalità

Procura di Genova: da intercettazioni emergono contatti con criminalità --------------------------------------------------------------------------------------------
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Procura di Genova: da intercettazioni emergono contatti con criminalità
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GENOVA. – Il metodo Salerno-Reggio Calabria. E’ quello che emerge dall’inchiesta della procura di Genova e della guardia di finanza che ha portato 14 persone agli arresti domiciliari, tra imprenditori e funzionari del Cociv, il Consorzio collegamenti integrati veloci che si occupa come general contractor della costruzione in Liguria del raddoppio ferroviario della Genova-Milano.

La figura chiave del ‘metodo’ è Domenico Gallo, imprenditore calabrese che si occupa di inerti e calcestruzzi. Di lui il giudice per le indagini preliminari dice che ha contatti con la criminalità organizzata. Lo fa intuire la familiarità di Gallo con alcune ‘ndrine tra le più pericolose e sanguinarie: quella di Barbaru u Castanu di Platì.

L’imprenditore era stato immortalato mentre partecipava alla cresima della figlia di Domenico Borrello, affiliato alla cosca. Di Gallo si lamenta un imprenditore che a un funzionario del Cociv racconta come si sia visto danneggiare alcuni mezzi e seguire da furgoni riconducibili al calabrese.

Di quel metodo, che secondo gli inquirenti viene appoggiato e favorito da Giampiero De Michelis, ex direttore dei lavori del Cociv, si lamenta l’imprenditore del Trentino Alto Adige, anche lui ai domiciliari, Andrea Ottolin: “Troppa Salerno-Reggio Calabria, non per fare il nordico, ma c’è troppa Salerno-Reggio Calabria. E’ diventato un consorzio a gestione meridionale… non va bene, non va bene… troppi calabresi…”.

Gli risponde Simone Cinque, direttore responsabile del Tronco Piemonte dell’Alta Velocità, che conferma: “Sì sì… che poi ti fa arrivare quei messaggi trasversali…nel modo calabrese…che danno fastidio…”.

Per ottenere gli appalti non si faceva ricorso solo le mazzette e alle intimidazioni, ma anche alle escort pagate dagli imprenditori in cerca di lavori. L’imprenditore Marciano Ricci, amministratore di Europea 92, chiama Giulio Frulloni, funzionario del Cociv. ‘Io conosco due mie amiche brasiliane, le faccio andare direttamente in albergo… Ti piacciono le brasiliane?’. ‘No, mi fanno schifo’, risponde Frulloni, in alcune telefonate intercettate racconta agli amici che gli incontri con le prostitute avvengono anche dopo i sopralluoghi nei cantieri.

In ballo c’erano lavori per il lotto Vecchie Fornaci che non sono stati assegnati ma secondo il gip ci sono gravi indizi in merito al reato di turbativa d’asta a carico di Ricci relativamente a quella gara. In una nota l’ad di Europea 92 Alessandro Santini ha fatto sapere che l’impresa “non è stata mai aggiudicataria dei lavori denominati ‘Vecchie Fornaci'”.

Le classiche mazzette, invece, vengono chiamate “paghette”. A svelarlo, inconsapevolmente, è l’imprenditore Antonio Giugliano che incontra l’allora presidente del Cociv Pier Paolo Marcheselli. “Ingegnè…. grazie mille… la paghetta….”, dice consegnando davanti alle telecamere degli inquirenti una busta. Poi esce e manda un messaggio: “Missione compiuta”.

(di Laura Nicastro/ANSA)

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