Consegnati i premi del concorso “Prendi il tuo Passaporto Verde”

Da sinistra: Antonio Romani, Erica Berra, Karolina Nitti.
Da sinistra: Antonio Romani, Erica Berra, Karolina Nitti.
Da sinistra: Antonio Romani, Erica Berra, Karolina Nitti.

CARACAS. – Nell’ambito della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Caracas s’è svolta la cerimonia di consegna del libro Passaporto Verde ai vincitori del concorso indetto nel mese scorso da La Voce d’Italia attraverso le reti sociali.

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Dopo una breve presentazione della direttrice dell’Istituto di Cultura, Erica Berra, il direttore generale del giornale, Antonio Romani, ha ricordato con poche ed emotive parole la figura del mitico fondatore e direttore de La Voce d’Italia, Gaetano Bafile, e quindi ha consegnato gli esemplari del libro.

In questo libro, che riunisce alcuni reportage scritti da Gaetano Bafile negli anni dal 1950 al 1958, scelti e commentati dalla figlia Marisa, vengono narrate le incredibili esperienze vissute dagli italiani emigrati in Venezuela dopo la seconda Guerra Mondiale.

Personaggi, drammi, speranze e nostalgie s’intrecciano tra due Paesi: un’Italia, ferita dalla guerra e un Venezuela instabile politicamente ma in crescente espansione.

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Il fondatore de La Voce d’Italia, giunto in Venezuela per conto del quotidiano Il Messaggero per il quale lavorava in Italia, nel percepire la necessità di informazioni della madrepatria da parte dei nostri emigranti che sbarcavano a centinaia nel porto di La Guaira, decise di restarvi e fondare un suo giornale.

Nacque così La Voce d’Italia che in breve tempo si è trasformato nel punto di riferimento dell’intera collettività che ha seguito in ogni suo passaggio e di cui ha sempre preso le difese. Al tempo stesso si è inserito nel tessuto dei media del Venezuela diventando un rispettato mezzo di comunicazione nazionale tanto che è stato l’unico mezzo di comunicazione etnico che ha ricevuto l’ambito Premio Nacional de Periodismo.

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Bafile con l’acuta penna del buon cronista ha descritto le storie di coloro che sono arrivati negli anni ’50 e ’60. Erano ragazzi giovanissimi, pieni di entusiasmo, capacità di lavoro e coraggio. Oggi, dopo molti decenni, raccontano le proprie vicende ai nipoti e a volte ai pronipoti.

Come ha scritto Marisa Bafile, promotrice di questo libro, nel prologo “Gli sforzi, le lotte dei nostri emigranti fuori dal proprio ambiente, esigono e meritano rispetto da parte delle nuove generazioni”.

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Quello che per lei è significato un processo di integrazione in una comunità di cui è sempre andata orgogliosa, regala ad altri pagine di una storia che è la storia di tutti noi, la nostra memoria.

La Voce d’Italia, oggi sotto la guida di Mauro Bafile, continua a scriverla giorno dopo giorno con impegno immutato e la convinzione che una comunità senza un mezzo di comunicazione che la rappresenti al meglio è destinata a diluirsi, a perdere radici e identità e soprattutto a restare muta e inascoltata.

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