Boeri, in Italia più di sei milioni di pensionati sotto i 1.000 euro

Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, durante un suo intervento.
Il presidente dell'Inps, Tito Boeri. ANSA / CIRO FUSCO
Il  presidente dell'Inps, Tito Boeri, nella sede della camera di Commercio di Napoli per la presentazione del bilancio sociale della Campania, 9 ottobre 2015. ANSA / CIRO FUSCO
Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, nella sede della camera di Commercio di Napoli per la presentazione del bilancio sociale della Campania, 9 ottobre 2015.
ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. – La manovra economica rischia con gli interventi sulle pensioni di spostare il peso sulle generazioni future aumentando nel lungo periodo il debito pensionistico di 20 miliardi: il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ribadisce le sue perplessità su alcune delle scelte previdenziali inserite in manovra e si dice convinto che l’Ape volontaria (il prestito pensionistico ventennale per uscire dal lavoro prima dell’età di vecchiaia a carico del lavoratore) sia poco conveniente. In particolare sottolinea come si sia decisa un’ottava salvaguardia degli esodati dicendo che è l’ultima mentre si sente già “il tam tam” della nona.

L’Inps ha appena diffuso i dati del Casellario centrale delle pensioni secondo i quali quasi quattro pensionati su 10 possono contare su redditi da pensione inferiori a 1.000 euro al mese. La spesa complessiva cresce dell’1,2% superando quota 280,2 miliardi mentre le prestazioni diminuiscono di oltre 100.000 unità scendendo appena sotto quota 23,1 milioni. I pensionati totali sono 16,18 milioni in calo di circa 80.000 unità.

I dati del Casellario confermano le differenze sugli importi tra uomini e donne con queste ultime che possono contare su un assegno medio di 14.543 euro a fronte di quello medio dei maschi di 20.431 euro (-29%). Il 48,3% delle pensionate percepisce meno di 1.000 euro di redditi da pensione contro il 29,8% dei maschi. Se invece si vanno a vedere coloro che hanno più di 3.000 euro al mese (1.053.000 persone) gli uomini rappresentano quasi tre quarti della platea (780.482) mentre le donne sono il 25,9% (273.000).

Si conferma anche la maggiore presenza di pensioni di vecchiaia al Nord e di assegni di invalidità o assistenziali nel Mezzogiorno. Su 100 pensionati di invalidità 46,2% sono residenti nel Mezzogiorno mentre appena il 32% sono al Nord. E una percentuale analoga si registra per i beneficiari di trattamenti assistenziali con il 45,8% del totale che risiede al Sud contro il 33,6% al Nord. Le pensioni di vecchiaia prevalgono al Nord con il 54% del totale mentre appena il 25,6% viene erogato al Sud.

Il presidente dell’Inps si dice favorevole all’abolizione delle ricongiunzioni onerose tra le diverse gestioni previdenziali e sottolinea che è auspicabile una maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione. Ma avverte: tra estensione e aumento della quattordicesima, Ape social e intervento sui lavoratori precoci il costo può salire fino a 20 miliardi. Una spesa che rischia di arrivare a 44 miliardi se dopo il 2018 si decidesse di rendere le misure da sperimentali a definitive consentendo l’uscita anticipata ad altre migliaia di persone.