Sciopero generale in Venezuela, adesione parziale

Sciopero Venezuela
Sciopero generale, adesione parziale
Sciopero generale, adesione parziale

CARACAS – L’adesione allo sciopero generale indetto dal “Tavolo dell’Unità” è stato solo parziale. Comunque sia, la verità è che in tutte le città del Paese si è vissuto un venerdì atipico, che da spunto a tante analisi.

Superstrade semideserte, stazioni di autobus con poco afflusso di persone, metropolitana insolitamente senza calca, zone industriali senza alcuna attività visibile. Queste sono le immagini che circolano sui social network fin dalle prime ore dell’alba. Nei corridoi dei principali partiti che rappresentano lo scheletro portante del Tavolo dell’Unità si respira aria di soddisfazione.

Lo sciopero, sostengono i leader dell’Opposizione, ha riscosso una forte adesione. A dimostrarlo, stando ad alcuni esponenti del “Tavolo”, le “busetas” – mini-autobus che attraversano le città da un capo all’altro – solitamente stracolme di passeggeri, quasi vuote, le fermate degli autobus senza le interminabili file di utenti, e il silenzio che domina le città del Paese, abitualmente caotiche e rumorose come lo sono sempre le grandi metropoli.

Sciopero Venezuela
Sciopero Venezuela

Lo sciopero generale di 12 ore (dalle sei del mattino fino alle 6 del pomeriggio) è stato deciso dal “Tavolo dell’Unità Democratica”, nel quadro di una serie di mobilitazioni per protestare contro la sospensione del referendum per revocare il mandato del presidente Nicolás Maduro. In precedenza il Tavolo dell’Unità aveva convocato la “Toma de Venezuela”, che ha visto centinaia di migliaia di venezuelani scendere in piazza contro il governo in tutte le città del Paese. E’ stata questa una manifestazione che a Caracas si è svolta pacificamente ma che in altre città è stata repressa con inutile violenza.

Minacce e intimidazioni. Nel braccio di ferro con Opposizione, il presidente della Repubblica, Nicolás Maduro e il vicepresidente del partito di Governo, Diosdado Cabello, avevano minacciato l’occupazione di quelle fabbriche e attività commerciali che avessero aderito allo sciopero.

Sciopero Venezuela (Foto cortesia avn.info.ve)
Sciopero Venezuela (Foto cortesia avn.info.ve)

– Un nuovo fallimento – ha detto il ministro dell’Informazione, Ernesto Villegas, riferendosi all’esito dello sciopero -. I venezuelani – ha aggiunto – non hanno fatto caso a quelli che volevano paralizzare il paese per proseguire con la loro agenda di destabilizzazione, negazione del potere costituzionale e violenza.

Stando al ministro dell’Informazione i mezzi pubblici di trasporto, le scuole e le industrie non avrebbero aderito allo sciopero. Ed è vero. Metropolitana, Metrobus e “busetas” hanno funzionato normalmente, anche se disertati dalla stragrande maggioranza dei cittadini che ha preferito restare a casa. E’ anche vero che le scuole, pubbliche e tante private, hanno aperto le proprie porte ma lo è anche che molte aule sono rimaste vuote, specialmente negli istituti privati.

– La mobilitazione è stata appoggiata dall’immensa maggioranza del Paese – ha affermato invece Henry Ramos Allup, presidente del Parlamento ed esponente di spicco del “Tavolo dell’Unità”.

Su twitter, il numero uno dell’Assemblea Nazionale ha scritto che non si capisce come “se lo sciopero è fallito, il governo non fa che parlarne in modo isterico”.

Sciopero Venezuela
Sciopero Venezuela

Dal canto suo, il deputato Freddy Guevara ha definito la mobilitazione “un successo totale”, aggiungendo che “il commento che sentiamo con maggior frequenza è che oggi ‘sembra domenica’”. Attorno alle 11 del mattino, l’hashtag #ParoNacionalContraMaduro (Sciopero nazionale contro Maduro) era trending topics globale su Twitter, mantenendosi nella “Top Five” del sito di microblogging anche parecchie ore dopo, in sostanza fino alla fine dello sciopero.

La giornata di protesta indetta dall’Opposizione è una nuova dimostrazione del dialogo fra sordi che caratterizza la crisi politica e istituzionale del Paese. Ancora oggi è incerto il futuro dell’incontro al quale Governo e Opposizione dovrebbero dar vita domenica con la paziente azione mediatrice dell’inviato della Santa Sede, mons. Emil Paul Tsherring.

Infatti, il Segretario Esecutivo del “Tavolo dell’Unità”, Jesùs “Chuo” Torrealba, ha affermato che qualora gli esponenti del “Tavolo” dovessero partecipare all’incontro, lo faranno solamente per presentare le proprie esigenze inderogabili: elezioni generali o Referendum prima della fine dell’anno per destituire il capo dello Stato. Insomma, “tertium non datur”. Un “àut àut”, come hanno già espresso sottovoce membri del governo, inaccettabile. Ma, come ha sostenuto con ottimismo il viceministro Mario Giro, al nostro giornale, “forse il dialogo inizia sempre tra sordi”.