Il petrolio venezuelano perde terreno

Il ministero dell’Energia, nel suo bollettino settimanale, ha informato che il barile di greggio, nei mercati internazionali, è stato stimato 42,51 dollari --------------------------------------------------------------------------------------------
Il ministero dell’Energia, nel suo bollettino settimanale, ha informato che il barile di greggio, nei mercati internazionali, è stato stimato 42,51 dollari
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CARACAS – Il prezzo del petrolio venezuelano torna a perdere terreno. Il ministero dell’Energia, nel suo bollettino settimanale, ha informato che il barile di greggio, nei mercati internazionali, è stato stimato 42,51 dollari. Il prezzo medio del barile di petrolio, dall’inizio dell’anno ad oggi, è stato di 33,88 dollari, molto di sotto a quello dello stesso periodo dello scorso anno che fu di 44,65 dollari e assai lontano dagli 88,42 dollari del 2014.

Il ministero dell’Energia ha anche informato che il barile del Brent ha subito un deprezzamento importante al passare da 51,84 a 50,90 dollari mentre la canasta dell’Opec ha registrato una svalutazione di quasi un dollaro, al passare da 48,53 a 47,81 dollari.

La precarietà dei prezzi del greggio, stando agli esperi, è il prodotto di un eccesso di offerta e del rialzo del dollaro. Il mercato petrolifero attende i risultati della prossima assise dell’Opec, nel corso della quale i paesi membri dovrebbero confermare i pre-accordi presi ad Algeri.

Ma i dubbi restano e gli esperti prevedano una grossa battaglia fra coloro che, come il Venezuela, spingono ad una riduzione della produzione per frenare il deprezzamento del barile del greggio e spingere i prezzi nuovamente verso l’alto e chi, invece, preferisce mantenere i prezzi bassi per non permettere ai produttori di “fracking” (la fratturazione idraulica del sottosuolo finalizzata all’estrazione di petrolio e gas) di entrare nel mercato.

In poche parole, la lotta è tra i paesi che hanno bisogno di prezzi alti per frenare la recessione delle proprie economie e quelli che, invece, vogliono riconquistare quote di mercato perse quando il prezzo del petrolio eccessivamente alto aveva permesso l’ingresso nel mercato dei produttori di fracking.

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