ISTANBUL. – Istanbul come Mosca e Riad. Guardando l’orologio, è questo il nuovo asse di riferimento della Turchia di Recep Tayyip Erdogan. Mentre nella notte tra sabato e domenica, come ogni anno, in molti Paesi le lancette sono tornate indietro di un’ora, in Turchia nulla è cambiato. Come annunciato dopo il fallito golpe, Ankara ha deciso di mantenere l’ora legale per tutto l’anno.
Una scelta motivata ufficialmente con la volontà di risparmiare energia. Ma le possibili conseguenze politiche e commerciali non sono passate inosservate: se diversi commentatori hanno sottolineato il plastico allineamento alla Russia dell’amico ritrovato Vladimir Putin, e quello non meno simbolico con il fuso dell’alleato di punta nel mondo islamico sunnita, l’Arabia Saudita, gli effetti più immediati sono attesi sul piano economico.
Nonostante le continue tensioni, l’Ue resta infatti il maggior partner commerciale della Turchia. Il passaggio da una a due ore di distanza con la maggior parte dei suoi Paesi membri, rilevano gli analisti, minaccia di complicare il lavoro di esportatori e importatori e quello di chi gestisce le transazioni finanziarie.
Un primo effetto, intanto, ha già toccato il mondo del calcio. Come già accade spesso in Russia, la Uefa ha deciso di anticipare alle 18:45 italiane (le 20:45 locali) le partite di Champions League disputate in Turchia. A sperimentare per primo la novità sarà il Napoli nella delicata partita contro il Besiktas a Istanbul.
Simboli a parte, la transizione non è comunque stata soft per i turchi. Come lo scorso anno, quando la reintroduzione dell’ora solare fu posticipata di due settimane, con lo scopo dichiarato di non influenzare le elezioni politiche del primo novembre, anche stavolta l’orario in Turchia è diventato per molti un rompicapo.
Nonostante l’annuncio con un mese e mezzo d’anticipo, diversi dispositivi digitali, tra cui quelli della Apple, hanno spostato indietro automaticamente le lancette dei loro orologi, causando non poca confusione tra gli utenti.
