Trump spaventa, l’Europa teme il contagio populista

Trump spaventa, Europa teme contagio populista
Trump spaventa, Europa teme contagio populista
Trump spaventa, Europa teme contagio populista

NEW YORK. – Le conseguenze di una vittoria di Donald Trump sull’Europa? “Terribili. Non voglio nemmeno pensarci” dice all’Ansa la politologa della Columbia University Nadia Urbinati, in partenza per l’Italia dopo aver approfittato dell’opzione del voto anticipato negli Usa.

“C’è una dimensione populista in Europa molto forte, anche se di diversa natura, una Marine Le Pen non è la stessa cosa di Viktor Orban e tuttavia sono uniti nella convinzione che la UE sia elemento di disgregazione, non di benessere”, spiega Urbinati, autrice di studi sul populismo e da ultimo, con David Ragazzoni di ‘La vera Seconda Repubblica’: “Un Trump alla Casa Bianca potrebbe rafforzare le loro voci a meno che non accada che, per reazione, le voci più prudenti nella Ue comincino a rimboccarsi le maniche e a lavorare per una vera unione politica. Se non lo faranno, gli altri avranno partita vinta”.

Con una vena populista in salsa yankee, Trump è profondamente anti-Ue, “nel senso dei populisti americani che dal secondo dopoguerra accusano l’Europa di essere poco riconoscente a chi li ha liberati dal nazismo e di succhiare sangue e contributi perché non investono nella politica internazionale ma usano i fondi per ridistribuirli nello stato sociale”, spiega Urbinati.

Quanto a Trump “non è una cometa, e nemmeno è un fungo che nasce all’improvviso”. Il tycoon della Fifth Avenue “arriva da una forte tradizione populista che in America, a differenza dell’Europa, nasce come forza positiva, come una sana riappropriazione dei cittadini ordinari della cosa pubblica e di rivolta contro i ‘fat cat’, i ‘pezzi grossi’ della politica e dell’economia”.

Poi però il populismo si è imbarbarito in chiave razzista e Trump “su questo tronco di pensiero” ha inserito una novità “capovolgendo le regole del linguaggio pubblico” con il suo attacco al ‘politically correct’. “Ha sdoganato un modo di parlare degli altri in pubblico che è tranquillamente offensivo e tranquillamente sincero, di una sincerità che offende”.

Questo, secondo Urbinati, “continuerà anche se non viene eletto”. Nadia Urbinati non fa mistero delle sue preferenze: “Hillary vincerà ma sarà una vittoria sudatissima” e la ex Segretario di Stato, se l’8 novembre verrà eletta, continuerà a sudare anche dopo l’insediamento. Il colpo dell’FBI “è stato un segnale chiaro”. Anche se conquisterà la Casa Bianca, “Clinton sarà continuamente sotto attacco e forse dovrà far fronte a un tentativo di impeachment”.

Trump, a suo avviso, ha individuato un percorso, che vinca o perda: “Se perde è chiaro che non si rivolterà con le armi, anche se in alcune zone del paese ci sono sostenitori pronti a farlo, ma continuerà assieme ai repubblicani a tenere in scacco la vittoria dei democratici facendo con Clinton quello che è stato fatto con il marito Bill: una perenne contestazione giudiziaria”.

(di Alessandra Baldini/ANSA)