Lavoro: marescialli, edili, elettricisti, oltre il 97% sono uomini

8 marzo: segnale stradale con l'insegna di donne al lavoro.
Lavoro donne
Lavoro: marescialli, edili, elettricisti, oltre il 97% sono uomini
Lavoro: marescialli, edili, elettricisti, oltre il 97% sono uomini

ROMA. – Ogni mille sergenti, marescialli e sovraintendenti della guardia di finanza 999 sono uomini mentre appena una è donna: è il comparto delle forze armate il settore in Italia dove è più forte la disparità uomo donna secondo la rilevazione Istat sulle forze di lavoro riportata in un decreto pubblicato sul sito del ministero del Lavoro sui vantaggi contributivi per l’assunzione delle donne nei comparti dove la disparità tra i generi supera il 25%.

Nelle forze armate le donne cominciano a entrare nella truppa (il 2,7% secondo i dati pubblicati oggi) e tra gli ufficiali (2,7%) ma restano scarsissimamente rappresentate appena si salgono i gradini della carriera da sottufficiali con appena lo 0,1% tra sergenti, sovraintendenti e marescialli.

Le donne sono appena l’1,3% tra i conduttori di veicoli e macchinari da sollevamento (come le gru) ma anche tra gli artigiani e gli operai specializzati dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici. Fanno anche fatica ad entrare in settori meno faticosi ma ancora prevalentemente maschili come quello degli operai metalmeccanici specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche e elettroniche (2,3% del totale).

Le donne sono largamente sottorappresentate anche tra gli imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende (il 14,6%) e tra gli ingegneri, gli architetti e le professioni assimilate (18,7%). Sono oltre tre su quattro gli uomini nelle professioni chimiche e matematiche (76,6%) ma anche tra gli imprenditori delle piccole aziende (76%).

Tra i membri dei corpi legislativi e di Governo e i dirigenti dell’amministrazione pubblica le presenza femminile è invece ormai al 39,3%. Le donne che lavorano peraltro sono sempre più qualificate: su 5,2 milioni di occupati che hanno un titolo di studio pari almeno alla laurea – si legge sulle rilevazioni Istat sul secondo trimestre 2016 – oltre 2,8 milioni sono donne mentre gli uomini sono 2,4 milioni.

La tabella pubblicata dal ministero fa riferimento alla legge Fornero sul mercato del lavoro che prevede un vantaggio contributivo per le donne assunte nei settori e nelle professioni dove il tasso di disparità supera il 25%. In questo caso si tagliano del 50% i contributi dovuti dal datore di lavoro per 12 mesi se il contratto è a termine e di 18 mesi se il contratto è a tempo indeterminato

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