L’ultima missione di Obama, salvare Hillary Clinton

L'ultima missione di Barack, salvare Hillary
L'ultima missione di Barack, salvare Hillary
L’ultima missione di Barack, salvare Hillary

NEW YORK. – Salvate il soldato Clinton. O meglio, la candidata Hillary, le cui difficoltà a una manciata di giorni dal voto rischiano di mandare in fumo il sogno di molti: quello di vedere alla Casa Bianca la prima donna presidente degli Stati Uniti. Ecco allora come in questo momento per l’ex first lady è più che mai importante l’appoggio di Barack Obama.

E’ lui – le ripetono in queste ore – l’alleato più prezioso: “Io credo in lei”, assicura il presidente rivolgendosi agli elettori. A quelli confusi dalla tempesta degli ultimi giorni e a quelli ancora indecisi, tra cui tanti afroamericani. E’ lui – mai così popolare e amato insieme alla moglie Michelle – che in queste ore concitate è costretto a vestire i panni del ‘salvatore’.

E’ l’ultima sfida del presidente: per aiutare l’odiata/amata Hillary, sì. Ma soprattutto per tutelare gran parte della sua eredità. Eredità che verrebbe spazzata via da Donald Trump: già dal primo giorno, assicura Obama.

Così – raccontano a Pennsylvania Avenue – mentre Barack era pronto a un tranquillo fine mandato, giusto qualche apparizione elettorale, gli ultimi giorni prima del voto lo vedono impegnato in un vero e proprio tour de force. In poche ore fa la spola tra Ohio, North Carolina e Florida. Tre stati in bilico decisivi per la vittoria finale, e in cui Donald Trump appare in leggero vantaggio. Tre stati in cui Obama trionfò sia nel 2008 che nel 2012 e dove ancora oggi viene accolto con un calore senza pari nella politica americana.

Poi domenica e lunedì, alla vigilia dell’Election Day, di nuovo a Miami e poi ancora in New Hampshire. Ma la sfilza di comizi non basta. Nel pieno della bufera provocata dalle decisioni prese dall’Fbi, Obama con un’ondata di interviste a tappeto su tv, radio e social media rompe il silenzio sulla delicata vicenda, spingendosi quasi a criticare l’operato del Bureau. E condannando chi esagera nello strumentalizzare politicamente un caso nato da un “errore ingenuo” di Hillary.

E’ la mossa che più lo espone nella sua difesa dell’ex segretario di Stato, lui costretto – come riconosce – a “uno sforzo deliberato per non interferire in quello che deve essere un processo indipendente”. Ma quello che più interessa a Obama è non veder distrutto ciò che ha faticosamente costruito in otto anni.

“Non possiamo dare per scontata la nostra eredità”, ripete ad ogni occasione. “Se Donald Trump vince – avverte – vareranno immediatamente tagli delle tasse per gli americani più ricchi e si metteranno a lavorare subito per tagliare l’assistenza sanitaria a milioni di persone e famiglie disagiate. E poi subito cominceranno a tagliare i sussidi per gli studenti di college. E rovesceranno la riforma sanitaria”.

“Demoliranno anche l’orto di Michelle alla Casa Bianca”, ironizza. “Ma c’è poco da scherzare”.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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