Bersani si stacca da Cuperlo e va in piazza per il No

Pier Luigi Bersani (D) e Gianni Cuperlo, durante un incontro sul congresso del Partito Democratico organizzato dai firmatari del documento 'Fare il Pd', il 26 settembre 2013 al cinema Farnese di Roma. ANSA/GUIDO MONTANI
Pier Luigi Bersani (D) e Gianni Cuperlo, durante un incontro sul congresso del Partito Democratico organizzato dai firmatari del documento 'Fare il Pd', il 26 settembre 2013 al cinema Farnese di Roma. ANSA/GUIDO MONTANI
Pier Luigi Bersani (D) e Gianni Cuperlo, durante un incontro sul congresso del Partito Democratico organizzato dai firmatari del documento ‘Fare il Pd’, il 26 settembre 2013 al cinema Farnese di Roma. ANSA/GUIDO MONTANI

ROMA. – Pier Luigi Bersani non attende l’esito della trattativa interna al Pd sulle modifiche all’Italicum e si schiera ufficialmente per il “NO”. L’ex segretario del Pd sarà infatti in Sicilia per alcuni appuntamenti dove spiegherà le ragioni del suo No alla riforma. Una decisione che desta il malumore di Gianni Cuperlo e dell’area a lui vicina, e che non viene seguita da diversi parlamentari della minoranza, bersaniani compresi.

Ed anche sul tema della Par Condicio il Sì e il No si scontrano, con i due Comitati che lamentano entrambi uno “squilibrio” dell’informazione a vantaggio della parte avversa. Proprio in queste ore la Commissione del Pd che sta lavorando ad una intesa sulle possibili modifiche all’Italicum sta per stringere: il presidente del partito Matteo Orfini si è detto “ottimista” che presto si giunga ad un accordo tra la maggioranza interna e la minoranza rappresentata nel gruppo di lavoro da Gianni Cuperlo.

Il gesto di Bersani di accettare l’invito ad una serie di appuntamenti per il “no” (il 7 novembre a Palermo, Ragusa e Siracusa), sono dunque un gesto ostile innanzi tutto verso Cuperlo. A giustificare l’accelerazione diversi bersaniani, come Davide Zoggia, hanno espresso sfiducia verso la reale volontà di Matteo Renzi e della maggioranza di giungere ad una intesa.

Domani si saprà come stanno le cose visto che ci sarà una riunione decisiva della Commissione. Se già da tempo alcuni esponenti bersaniani partecipano ad iniziative per il No (Zoggia, Paolo Corsini, ecc), così come altri parlamentari della sinistra interna, come Walter Tocci, aumenta il numero degli esponenti della minoranza che si schierano per il sì.

Per esempio il bersaniano Lodovico Sonego il 4 sarà ad una iniziativa per il Sì assieme a Vannino Chiti, un altro senatore della sinistra interna che già da tempo sostiene la riforma dopo l’accordo del luglio 2015 che ha fatto introdurre l’elezione diretta dei senatori-Consiglieri regionali nel testo.

Insomma l’ennesima divisione a sinistra, destinata ad avere conseguenze nel Pd dopo il 4 dicembre, qualsiasi sarà l’esito del voto. Curiosamente oggi sia il Comitato del No sia il Comitato del Sì hanno lamentato di essere stati svantaggiati in Tv.

Secondo il Comitato per il No i minuti concessi nei Tg ai rappresentanti del Sì sono maggiori, senza contare la presenza di Renzi nei servizi riguardanti altri argomenti. Il Comitato per il sì ha invece presentato un’esposto all’Authority per le Comunicazioni contro alcune trasmissioni de La7 (Otto e Mezzo, La Gabbia, Piazza Pulita) per la presenza nei dibattiti di giornalisti schierati per il No, i cui interventi non sono conteggiati nel minutaggio.

Per esempio a Otto e Mezzo del 18 ottobre hanno partecipato Mario Monti per il No e Stefano Ceccanti per il Si’, ma anche Marco Travaglio schierato con il No; similmente il 3 ottobre a Federico Pizzarotti (per il No) e Giuliano Pisapia (per il Si’) si e’ affiancato Antonio Padellaro, anch’egli contro la riforma. Insomma due a uno, con violazione – viene lamentato – del regolamento sulla Par Condicio.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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