Migranti: nuovo dramma in mare, 239 morti in 2 naufragi

Migranti: nuovo dramma in mare, 239 morti in 2 naufragi
Migranti: nuovo dramma in mare, 239 morti in 2 naufragi
Migranti: nuovo dramma in mare, 239 morti in 2 naufragi

ROMA. – Altra giornata drammatica nel fronte dei viaggi della speranza: oggi, secondo l’Unhcr, nel braccio di mare che divide le coste nordafricane da quelle italiane sono morti 239 migranti, dopo il naufragio di due barconi. La notizia, ha precisato la portavoce Carlotta Sami, sarebbe stata confermata da due sopravvissuti che al momento di trovano a Lampedusa.

I numeri della strage di migranti secondo il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, rappresentano “l’emergenza umanitaria di questo inizio secolo”. Si tratta di un fenomeno, ha aggiunto, “le cui dimensioni forse non sono state ancora comprese appieno”.

Un’avvisaglia dell’ennesima giornata nera c’era già stata in mattinata con la testimonianza di un naufragio avvenuto davanti alle coste libiche: giunti a Lampedusa in piena notte, 29 sopravvissuti hanno parlato di 99 dispersi, anch’essi occupanti di un’imbarcazione in cui erano state ammassate circa 140 persone. Questi, quasi tutti provenienti dalla Guinea, hanno raccontato che, nonostante le cattive condizioni meteo, sono stati obbligati con la forza a prendere il largo.

Il gran numero di partenze di imbarcazioni dalle coste nordafricane, in prevalenza libiche, viene confermato dalla quantità di persone che ogni giorno vengono recuperate in mare. Oggi quelli tratti in salvo nel Mediterraneo Centrale sono 766, frutto di 7 diverse operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma. Nella stessa serie di operazioni è stato recuperato anche il cadavere di una donna.

I migranti, a quanto si è saputo, si trovavano a bordo di 5 gommoni, 1 barchino e 1 natante a vela. Nel frattempo non finiscono di stupire i racconti sugli scafisti e sui loro metodi violenti. Molti dei 29 sopravvissuti arrivati a Lampedusa hanno raccontato che per indurli a salire su due gommoni fatiscenti – peraltro in presenza di condizioni meteo difficili che non avrebbero garantito una traversata tranquilla – hanno sparato a un uomo, uccidendolo.

In questo caso le testimonianze sono state raccolte da Pietro Bartolo, medico del Poliambulatorio di Lampedusa, già protagonista del film ‘Fuocoammare’, che le ha rilasciate al Tg2000, il telegiornale di Tv2000. Una donna superstite, ha riferito Bartolo, “ha raccontato che per salvarsi si è aggrappata a un cadavere. Hanno poi spiegato di essere stati molte ore in mare nella speranza che qualcuno li andasse a salvare, ma quando sono arrivati i soccorritori per la maggior parte di loro non c’è stato più nulla da fare”.

E in un gommone, ha aggiunto, “erano presenti sicuramente 3 bambini, tra cui la figlia di una donna superstite”. La priorità ora, raccomanda il medico, “è evitare nuove stragi: sono veramente amareggiato, sopportare queste tragedie è un dramma e uno strazio insopportabile”.

Le tragedie in mare dei migranti ormai sono parte della cronaca degli ultimi anni, ha ricordato Cristina Cattaneo, responsabile del Lebanof, Laboratorio di antropologia e odontologia forense: “negli ultimi 13 anni sono stati 30-40mila, in base alle stime delle organizzazioni più attendibili, i migranti che sono morti” nel tentativo di raggiungere l’Europa, “e di questi più della metà non sono mai stati identificati.

E il paradosso è che la comunità scientifica, i medici legali, che intervengono in altre tragedie, nei disastri aerei, che fecero la corsa a chi arrivava prima sullo tsunami, qui non sta facendo nulla. L’alibi – ha sottolineato – è che i paesi d’origine non hanno un’anagrafe oppure che nessuno cercherà questi morti, ma l’esperienza ci dice che non è affatto così”.

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