Polonia: bonus per evitare l’aborto se il feto è deforme

A picture made available on 11 July 2016 shows an Indonesian nurse caring for newborn babies laying within the nursery in the maternity ward at a hospital in Jakarta, Indonesia, 10 July 2016. EPA/ADI WEDA
A picture made available on 11 July 2016 shows an Indonesian nurse caring for newborn babies laying within the nursery in the maternity ward at a hospital in Jakarta, Indonesia, 10 July 2016. EPA/ADI WEDA
A picture made available on 11 July 2016 shows an Indonesian nurse caring for newborn babies laying within the nursery in the maternity ward at a hospital in Jakarta, Indonesia, 10 July 2016. EPA/ADI WEDA

VARSAVIA. – Mille euro per non abortire anche se è certo che il bambino nascerà gravemente disabile: è l’incentivo che il partito populista Diritto e giustizia (Pis) di Jaroslaw Kaczynski, al governo in Polonia, ha fatto varare dal parlamento. Con la nuova legge, alle donne polacche che faranno nascere un bambino pur sapendo che è gravemente malato o deforme, viene offerto un bonus di 4.000 zloty, circa 930 euro.

L’emolumento verrà dato solo alla nascita del bambino e sotto la vigilanza di un assistente sociale. “Si tratta di un’offerta indegna con la quale si invitano le donne a sottoporsi a sofferenze indicibili in cambio di denaro”, ha protestato un rappresentante della opposizione durante il dibattito sulla legge.

Il Pis, che ha la maggioranza assoluta nel Sejm (la camera dei deputati polacca), ha invece difeso la legge denominata “Pro life”: essa prevede non solo il versamento di denaro ma anche una serie di provvedimenti a sostegno delle famiglie in difficoltà che – secondo il partito – non hanno mai goduto di un appoggio così forte come adesso.

“Il bonus è una specie di pronto soccorso per i genitori” ha detto Elzbieta Witek, capo della cancelleria della premier Beata Szydlo che formalmente ha presentato il disegno di legge. Per il suo partito si tratta anche di un tentativo di riconquistare la popolarità tra la gente e l’appoggio dei vescovi dopo la sconfitta subita un mese fa con lo “sciopero delle donne”, i raduni e i cortei di manifestanti vestite di nero organizzati in diverse città della Polonia contro il Pis e il suo appoggio a una proposta di legge che imponeva il divieto totale di aborto.

Durante la campagna elettorale il partito guidato da Kaczynski aveva promesso di presentare in parlamento tutti i progetti di legge di iniziativa popolare. Due mesi fa avallò la proposta di un gruppo di esperti dell’ “Ordo Iuris” per imporre il divieto totale dell’interruzione di gravidanza. Ma, nonostante la promessa, nello stesso giorno respinse un testo presentato dal gruppo ‘Ratujmy kobiety’ (‘Salviamo le donne’) che puntava invece a una liberalizzazione dell’aborto.

La “protesta nera” del 3 ottobre ha sorpreso e spaventato la direzione del partito al governo che ha fatto marcia indietro ritirando l’appoggio agli antiabortisti. Kaczynski però è tornato all’attacco stavolta sostenendo che i bambini con malattie scoperte in fase prenatale dovrebbero comunque nascere, almeno “per poter essere battezzati e seppelliti”.

La dichiarazione ha provocato altre proteste, il 23 e il 24 ottobre, e il Pis ha scelto una strada diversa: invece di costringere le donne a non abortire, offre denaro per incentivarle a non farlo. Una linea analoga al bonus di 500 zloty (115 euro) al mese fino al 18/o anno di età varato in febbraio per chi fa un secondo figlio.

Con la legge appena approvata si punta a frenare un fenomeno in aumento negli ultimi anni: con il maggiore accesso alla diagnosi prenatale è cresciuto anche il numero di aborti dovuti a malattie e deformazioni del feto. Secondo il ministero della Sanità, nel 2013 su 744 aborti legali ben 718 erano legati a questo motivo, mentre solo 23 erano stati decisi perchè la vita della donna era in pericolo e tre perchè uno stupro era all’origine della gravidanza.

(di Tadeusz Konopka/ANSA)

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