Istat, nessuna svolta in vista per l’economia italiana

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ROMA. – Nessuna svolta in vista per l’economia italiana, da qui a fine anno non c’è segno di slancio. La previsione arriva dall’Istat che punta il dito contro i consumi in “rallentamento”, nonostante “un aumento significativo del potere d’acquisto delle famiglie” e il “miglioramento tendenziale dell’occupazione”. E’ come se il meccanismo si fosse inceppato da qualche parte.

L’Istituto di statistica non offre numeri ma nella nota mensile relativa ad ottobre parla chiaro: l’indice anticipatore, l’antenna messa a punto per captare gli andamenti futuri, non dà “prospettive di accelerazione dell’attività economica negli ultimi mesi dell’anno”.

Confcommercio conferma il quadro, tornando a registrare una contrazione dei consumi a settembre rispetto ad agosto (-0,1%). E su base annua il dato è piatto. Scendono gli acquisti per l’abbigliamento (-0,1% sul mese e -0,3% sull’anno), per il divertimento, i viaggi e i ristoranti (-0,2% il congiunturale e -2,3% il tendenziale). A testimonianza che se la spesa non è necessaria si taglia.

Insomma le stime sull’Italia convergono e le stesse note mensili dell’Istat sembrano, ormai da tempo, sovrapponibili: le espressioni chiave restano “rallentamento” e “incertezza”. Eppure qualche novità positiva sembra essere arrivata negli ultimi giorni: a partire dalla crescita del numero delle persone al lavoro, con i dipendenti che si riportano sui livelli pre-crisi. Inoltre la capacità di spesa, il reddito reale, ha acquistato peso, soprattutto grazie alla complicità di prezzi in discesa.

Ma, ecco il punto, dietro la deflazione c’è una domanda al palo e lo spauracchio di una spirale che rischia di avvitare l’intera economia. I segni più ci sono, compreso l’ultimo dato sulla produzione industriale, ma non basterebbero: per esempio, spiega l’Istituto di statistica, fatturato e ordinativi ad agosto sono aumentati ma il bilancio da inizio anno resta negativo.

E se l’occupazione ha messo a segno un incremento “significativo” nei primi sei mesi del 2016, tra luglio e settembre è invece rimasta “stazionaria”. Al momento le percezioni di imprese e famiglie sono diverse, con gli indici di fiducia in crescita nel primo caso e in ribasso nel secondo. Ma di solito, prima o poi, i giudizi si riallineano.

Lo sa Confcommercio che stima un ritorno alla stagnazione dei consumi a settembre. E per il Codacons senza incentivi la situazione è destinata a non cambiare, con “le famiglie” che preferiscono mettere “i soldi ‘sotto al materasso’, ovvero “incrementare il risparmio, rimandando al futuro gli acquisti”.

Nel frattempo fuori confine non va male: “si consolida la crescita dell’economia statunitense”, evidenzia la nota dell’Istat. E anche nell’eurozona “gli indicatori anticipatori segnalano il rafforzamento della ripresa”. Il 15 novembre, quando uscirà la stima del Pil della Penisola nel terzo trimestre, si capirà se sarà divario o contagio positivo.

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